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Crisi risolta

Dopo le polemiche il sindaco ricuce lo strappo, in Risiera presente anche la delegazione Arcigay

Dopo la querelle del giorno precedente alla cerimonia, il primo cittadino ha parlato ad alcuni esponenti del movimento Lgbtq e li ha fatti entrare. Nell'articolo il discorso di Dipiazza

Nonostante lo strappo con l'Arcigay sia stato simbolicamente ricucito giusto in tempo prima dell'inizio della cerimonia, il Giorno della Memoria di quest'anno non verrà ricordato né per le polemiche politiche o le scenggiate ideologiche. A tenere a lezione i pochi presenti alla Risiera di San Sabba ci ha pensato il rabbino Alexandre Meloni. Nel suo discorso, il numero uno della Comunità ebraica ha puntato il dito contro l'antisemitismo ancora dilagante in certe nazioni e si è interrogato (qui il testo completo) sul valore che sta alla base del lavoro di memoria. "Il contributo del popolo ebraico nel giorno della memoria deve essere quello di insegnare a fare memoria, perché purtroppo un giorno all’anno ci ricordiamo di questa tragedia, ma poi non cambia niente.   

L'invito all'Arcigay e la sceneggiata di Ugo Rossi

L'apertura del discorso di Dipiazza è dedicata alla perdita della ragione da parte dell'uomo mentre subito dopo arriva la decisa condanna verso i comportamenti criminali del tempo, commessi nei confronti di "giovani, uomini, donne, italiani, sloveni, croati, omosessuali, zingari, disabili, tantissimi ebrei appartenenti alla nostra comunità cittadina". Prima di rappresentare il Comune - e quindi tutti i triestini - il primo cittadino esce dalla Risiera e, accompagnato dal presidente dell'Anpi Fabio Vallon, incontra i rappresentanti dell'Arcigay. Un breve tira e molla con Dipiazza che li invita a partecipare. Un altrettanto veloce tentennamento ed infine il suo personale sospetto che dietro alla scelta "c'è altro". Poco male, alla fine una delegazione entra e depone i fiori. A restare fuori dal monumento sono solo i seguaci no vax ed anti Green Pass capitanati dal consigliere 3V, Ugo Rossi.  

"Costruire qualcosa di positivo per il futuro"

Proprio a riguardo della limitazione delle presenze, Dipiazza ha detto che "nulla toglie all'importanza di questa giornata che può essere seguita sui canali social del Comune, sulle testate giornalistiche e sulla televisione regionale". L'analisi sul senso della giornata fa leva sulla filosofia blochiana - non c'è nulla di nuovo in questo, anzi - di ciò che si può imparare dal passato affinché non si ripeta nel presente. "Celebrare la memoria non deve essere una funzione consolatoria - queste le parole del primo cittadino - perché il Giorno della Memoria non deve essere confinato a ciò che è stato, non deve diventare una fotografia in bianco e nero, ma deve ricordare a tutti noi di non dimenticare perché solo così possiamo costruire qualcosa di positivo per il futuro". 

L'importanza delle pietre d'inciampo

Verso la fine del discorso cita Primo Levi e l'epigrafe realizzata dal Comune in piazza Unità per il triste ottantesimo anniversario della promulgazione delle Leggi razziali, annunciate da Benito Mussolini. "Insieme alla Comunità ebraica abbiamo da tempo intrapreso un percorso di ricordo e verità". Le pietre d'inciampo diventano quindi "un faro di speranza per il futuro. Camminando per la nostra città i nostri passi si imbattono in loro e questa presenza ci aiuta a ricordare". 

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