rotate-mobile
Cronaca Chiarbola - Servola - Valmaura

Ferriera, l'addio di Arvedi alla città: "Esperienza amara e sofferta"

"Non è stato capito il mio sforzo per aver bonificato un sito SIN inquinato, ora totalmente risanato. Per un cristiano, inquinare è un crimine verso la Natura. Rispettati costantemente parametri AIA. Mio nipote Mario chiuderà questa triste vicenda nel segno dell’onestà"

"Amara e sofferta" l'esperienza di Giovanni Arvedi alla Ferriera di Servola, come dichiarato nella sua 'lettera d'addio' alla città, pubblicata oggi sulla pagina Facebook di Siderurgica Triestina la quale, introducendo la nota, dichiara che "La città e le istituzioni non hanno compreso, né apprezzato, l’enorme sforzo compiuto per bonificare un sito da decenni inquinato". Arvedi, tramite questo messaggio, annuncia quindi di voler interrompere le attività produttive e lasciare il testimone al nipote Mario.

"Tendenziose e distorte informazioni"

 "Rispondo alle annose, scoraggianti, tendenziose, distorte informazioni che sono state diffuse - esordisce il cav nella sua lettera - e prendo atto delle decisioni assunte a carico della ferriera e del nostro onesto lavoro a seguito delle volontà espresse dalle istituzioni. La produzione dell’area caldo della Ferriera per quanto ci riguarda dovrà fermarsi nel più breve tempo possibile".

Ferriera, proclamato lo stato di agitazione: "Si faccia chiarezza sulle prospettive occupazionali"

"Esperienza amara e sofferta"

Arvedi ha descritto quindi la vicenda di Servola come "un’esperienza amara, unica, molto sofferta, mai vissuta prima, malgrado i miei molteplici impegni assunti sessant’anni di lavoro del nostro paese. Siamo orgogliosi di poter restituire al nostro paese e alla città di Trieste un sito SIN, totalmente inquinato, ora totalmente risanato, e di avere gestito, con i nostri bravi tecnici ed operai, il processo di adeguamento e ammodernamento tecnico strutturale, che in virtù dei nostri significativi investimenti, ora consente di produrre rispettando tutti i valori e parametri fissati dall’AIA, costantemente, frequentemente giustamente controllati dagli enti preposti".

Ferriera, lavoratori in presidio: "Chiediamo un incontro con la proprietà"

"Per un cristiano inquinare è un crimine contro natura"

"Prendo atto delle decisioni delle istituzioni regionali e locali e confido in proposte di soluzione corretta, che tengano conto della situazione reale", ha scritto Arvedi, sostenendo poi che, in questi quattro anni, "come imprenditore cristiano, mi sono assunto, su invito e richiesta del governo, l'impegno e il dovere di 'ridare vita' alla Ferriera. È stato sottoscritto un accordo di programma con la Regione, gli enti locali e il sindacato, da noi totalmente rispettato e attuato, come recentemente riconosciuto con atto formale dalla regione FVG". Insistendo sulla cristianità, l'imprenditore ha poi dichiarato che "Per un cristiano, inquinare 'è un crimine verso la natura, verso noi stessi è un peccato verso Dio, nostro signore. Dobbiamo avere il coraggio di vivere nella verità, che è una grandezza assoluta".

"Ringrazio - ha concluso Giovanni Arvedi - tutti coloro che, a vario titolo negli anni, hanno creduto nel nostro impegno nel nostro lavoro ed augura sermone a Trieste ogni bene. Sono certo che mio nipote Mario chiuderà questa triste vicenda nel segno dell’onestà, correttezza e professionalità.

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Ferriera, l'addio di Arvedi alla città: "Esperienza amara e sofferta"

TriestePrima è in caricamento