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Piano emergenza urgenza sanitaria, Cleva (Siiet): "Il sistema va rivisto"

Il tavolo di lavoro ha portato alla luce problemi e proposte, tra cui quella di sdoppiare il numero di emergenza. Manuel Cleva, referente regionale Siiet: "Oggi emorragia cronica di personale su tutti i fronti"

"Un sistema da rivedere", "tante piccole realtà separate l'una dall'altra", "una cronica emorragia di personale su tutti i fronti". Solo alcuni dei concetti usciti dal tavolo di lavoro sul piano dell'emergenza/urgenza territoriale della nostra regione alla presenza di alcuni rappresentanti delle professioni infermieristiche del Fvg. La seduta è stata presieduta da Manuel Cleva, referente regionale Siiet (società italiana infermieri emergenza territoriale Fvg) e dal collega Luciano Clarizia, presidente del coordinamento regionale degli ordini professionali degli infermieri FVG.

"Un sistema complesso che va rivisto"

Cleva ha sottolineato "la necessità di ripartire da percorsi univoci e condivisi a livello regionale sugli standard assistenziali da erogare al cittadino, garantendo competenze avanzate e specifiche attraverso percorsi di formazione dedicati uguali per tutti i professionisti, nonché protocolli standard su tutto il territorio e non diversi come attualmente il sistema opera". 

E' anche necessario, secondo Cleva, "stabilire i requisiti di minima per l'inserimento dei nuovi professionisti in questo settore con criteri condivisi a tutti nonché garantire il controllo degli standard erogati dalle Odv e la supervisione delle stesse, che sono parte integrante di un sistema complesso che però oggi va rivisto in quanto, avendo una regia unica ovvero la centrale Sores, si hanno tante piccole realtà separate una dall' altra. Ciò non garantisce un' erogazione ottimale verso il cittadino, quella invece che tutti devono avere la possibilità di ricevere nei tempi e modalità previste".

Concorda Giampaolo Martinelli, responsabile infermieristico dell' area Isontina dell'emergenza: "vanno rispolverate le proposte già fatte anni fa ancora prima della nascita del Nue e di Sores nel 2017, pari dignità per ogni territorio".

Carenza di personale

Il coordinatore dell'Elisoccorso Daniele Pavsler sostiene che "va ricreato un sistema, un'organizzazione da poterla rendere attrattiva a tutti i professionisti infermieri e non distruttiva, vanno resi percorsi integrativi al fine di perfezionare tutte le competenze di questi professionisti permettendo loro di ruotare tra la centrale operativa, l'ambulanza e l'elisoccorso, una triade che fa di quest'ultima la forza del sistema stesso.

Federico Nadalin, coordinatore infermieristico della Sores attuale centrale unica, fa il punto sui tempi attuali di risposta al cittadino e fa i conti con le "difficoltà della carenza cronica di personale". "Emorragia cronica - sottolinea Cleva - su tutti i fronti".
Nadalin sostiene che "ad oggi, nonostante le difficoltà, le risposte al cittadino vengano erogate in nove casi su 10 entro i tempi stabiliti dalla norma".

Sdoppiare il numero di emergenza

Alessandro Moratto, coordinatore infermieristico di Trieste, sostiene che "al di là di una o più centrali che si vorranno fare e che non dipenderà certo dai consigli nostri ma dalla volontà politica, afferma che ad oggi il 112/118 non è un' imposizione della comunità Europea così come viene vissuto in Italia, ma si potrebbe pensare di sdoppiare il numero per garantire una maggiore sicurezza e velocità nella risposta che il cittadino ha bisogno".

Moratto conferma inoltre quanto detto dagli altri colleghi, ossia "l'importanza delle skills di preparazione del professionista dell'emergenza, esisteva già un programma qualche anno fa, come anche dei protocolli regionali delle patologie tempo dipendenti, che però poi si è arenato. Andrà rivisto l'incardinamento del numero unico 116117 delle non urgenze e del servizio di continuità assistenziale, altro elemento chiave per tutti i cittadini".

Presenza su tutti i tavoli

Gli ordini professionali degli infermieri, tutti uniti, ritengono l'importanza di "essere presenti su tutti i tavoli, cosa non sempre scontata come la scorsa settimana che in un primo momento erano stati convocati in regione solo i medici. È evidente dai numeri che il 90% del servizio è sostenuto da infermieri elemento che assieme alla figura del medico e di tutte le altre figure professionali come l'operatore socio sanitario, gli autisti ed i soccorritori si uniscono in un'obiettivo comune per il cittadino, ognuno nelle sue competenze".

Cleva conclude rivendicando la necessità di "essere presenti sui tavoli laddove si andrà a ridisegnare il servizio di emergenza territoriale. Chiediamo di esserci e che ci venga dato ascolto e voce per la riqualificazione di un sistema ormai obsoleto dopo 30 anni dalla sua nascita e forse mai più rivisto. Sul piano di quante centrali avere nel prossimo futuro, da questo incontro è emersa la necessità di esaminare l'attuale centrale, vedere le criticità, analizzare la possibilità dell'apertura di un' eventuale sala operativa o più, o di rifondare l'attuale, con risorse umane tecnologiche e competenze adeguate". Il tavolo si riunirà prossimamente e manterrà un costante monitoraggio sullo sviluppo degli eventi.

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