Assenteismo in Soprintendenza: assolti krecic e colonna
Assenteismo in Soprintendenza assolti nel giudizio abbreviato dal Tribunale di Trieste gli architetti Krecic e Colonna, dipendenti della Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici del Friuli Venezia Giulia
Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di TriestePrima
"Sono particolarmente soddisfatto - dichiara l'avvocato Giovanni Borgna difensore di Krecic - perchè il Giudice ha riconosciuto l'estraneità agli addebiti dell'arch. Krecic la cui condotta, anche all'esito delle indagini e delle argomentazioni difensive, è risultata, all'opposto di quanto sostenuto dall'Accusa, corretta ed irreprensibile. Credo, inoltre, riservandomi comunque la lettura delle motivazioni non appena depositate, che la sentenza attesti il ruolo di "extrema ratio" che deve avere il diritto penale, che non può essere invocato sempre e comunque, di fronte ad ogni irregolarità, reale o, come nel caso in questione, presunta".
Sono state 2 le assoluzioni ieri da parte del Tribunale di Trieste, nell'ambito del giudizio abbreviato per l'assenteismo in Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici del Friuli Venezia Giulia, si tratta dell'arch. Francesco Krecic, difeso dall'avvocato Giovanni Borgna di Trieste, assolto da entrambe le accuse di truffa e falso perché il fatto non sussiste, e dell'arch. Alvaro Colonna, difeso dall'avv. Riccardo Seibold di Trieste.
Il Giudice si è riservato 60 giorni per il deposito della motivazione, mentre il Pubblico Ministero aveva chiesto un anno di reclusione per l'arch. Krecic ed un anno e sei mesi per l'arch. Colonna.
"Sono particolarmente soddisfatto - dichiara l'avvocato Giovanni Borgna difensore di Krecic - perchè il Giudice ha riconosciuto l'estraneità agli addebiti dell'arch. Krecic la cui condotta, anche all'esito delle indagini e delle argomentazioni difensive, è risultata, all'opposto di quanto sostenuto dall'Accusa, corretta ed irreprensibile. Credo, inoltre, riservandomi comunque la lettura delle motivazioni non appena depositate, che la sentenza attesti il ruolo di "extrema ratio" che deve avere il diritto penale, che non può essere invocato sempre e comunque, di fronte ad ogni irregolarità, reale o, come nel caso in questione, presunta".