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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca

Ater, Moretti (Pd): «Su alloggi prova muscolare Fdi - Lega»

«Proposte già bocciate dalla Corte, il csx ha fatto norme concrete»

«Ora non basta più solo la Lega: la gara a chi la spara più grossa si allarga a Fdi che ingaggia una prova muscolare con i colleghi di maggioranza su un tema così sensibile. Anziché continuare a battere su una questione che la Corte costituzionale ha già bocciato e che probabilmente casserebbe di nuovo, ci si impegni di più su seri controlli e non sulla burocratizzazione di un ente come l'Ater, cosa di cui nessuno sente il bisogno». A dirlo è il consigliere regionale del Pd, Diego Moretti, commentando la proposta di legge per la riforma delle Ater, e in particolare l'innalzamento degli anni di residenza in regione tra i requisiti di accesso agli alloggi popolari, presentata oggi dai consiglieri regionali di Fratelli d'Italia.

Contraddizioni
«Ma come possono essere credibili delle proposte che si basano su contraddizioni così evidenti? I due consiglieri propongono il criterio dei 5 anni di residenza sostenendo che si tratta di un percorso attuabile in base “alla sentenza della Corte costituzionale". Ricordo ai due consiglieri che nel 2011 la suprema Corte aveva cassato la normativa Fvg che prevedeva i 36 mesi di residenza per accedere alle prestazioni “sociali”». Il tempo non ha cambiato le cose tanto che, sempre la Corte con una sentenza dell'aprile di quest'anno, che ha riguardato la Regione Veneto ha stabilito che «mentre la residenza costituisce, rispetto a una provvidenza regionale, “un criterio non irragionevole per l’attribuzione del beneficio” (sentenza n. 432 del 2005), non altrettanto può dirsi quanto alla residenza protratta per un predeterminato e significativo periodo minimo di tempo (nella specie, quinquennale)» sostiene Moretti.

Slogan senza fatti reali
«Mentre sul tema assistiamo alla sfida tra Fdi, Lega e Fi, attribuendosi quindi il primato di slogan e spot non seguiti da fatti reali - conclude -, va ricordato che il centrosinistra è l'unico che ha fatto qualcosa di concreto con l'introduzione (con il decreto del presidente della Regione n. 208 del 26 ottobre 2016 sull'edilizia sovvenzionata) del divieto di possedere alloggi (ovunque in Italia o all'estero) per chi chiede una casa popolare, di criteri premiali per chi risiede da più anni in regione e per chi è da più anni in graduatoria».

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