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Mercoledì, 27 Settembre 2023
Cronaca Barriera Vecchia - Città Vecchia

Nuovi alloggi e incasso degli affitti, Ater punta al recupero delle case "sfitte"

Questa mattina il presidente Riccardo Novacco e l'assessore regionale al Territorio Graziano Pizzimenti hanno convocato una conferenza stampa per spiegare l'opera. Sullo sfondo rimane l'incognita "ecobonus" e il quadro degli appartamenti sfitti

A fine giugno Ater sarà pronta per assegnare circa 50 nuovi alloggi alle persone che a Trieste sono in lista per ottenere finalmente un appartamento. A darne notizia sono stati il presidente dell’Azienda Territoriale per l’Edilizia Residenziale Riccardo Novacco e l’assessore regionale al Territorio Graziano Pizzimenti che nel capoluogo giuliano hanno convocato una conferenza stampa per spiegare l’operazione di recupero. 

Assegnare appartamenti e incamerare affitti

Illustrando l’avanzamento dei lavori per circa 150 mila euro di un palazzo in via delle ombrelle (nell’area del ghetto ndr), Novacco e Pizzimenti hanno approfittato per fare il punto della situazione dell’edilizia popolare alle prese con la cosiddetta fase 2 del CoViD-19. “Abbiamo tracciato delle linee guida – ha riferito il presidente Ater – che tengano conto soprattutto delle risposte concrete da dare ai cittadini”. Restauro di alloggi, contenimento della spesa e gestione puntuale del patrimonio. 

La situazione dello "sfitto"

Ater a Trieste gestisce circa 1500 strutture residenziali. Nel corso degli anni, 2000 sono rimaste “chiuse” e ora, attraverso un’operazione che vuole “incrementare l’offerta alloggiativa e sostenere l’indotto del territorio”, Novacco punta al recupero di molte delle zone “abbandonate” anche per poter così incassare nuovi affitti. Il quadro dello sfitto triestino è il seguente: dei sopracitati 2000 appartamenti, 450 sono “vetusti” e “impossibili da ristrutturare”, 500 fanno parte dell’opera di ristrutturazione e altri 1000 che potrebbero vedere nuova vita solamente nel corso degli anni a venire. “Annualmente assegniamo tra i 200 e i 300 alloggi derivanti da riuso o da nuove costruzioni che vengono finanziati con i ricavi da canone e da fondi pubblici” si legge nella nota aziendale.

L'operazione

Il punto critico però è quello relativo alle domande che vengono soddisfatte dal 10 per cento dell’offerta. Un dato molto basso, se si pensa alle necessità dei cittadini e al probabile bisogno da parte dell’azienda di “recuperare” terreno sul fronte dei bilanci. È in questo contesto che infatti si inserisce l’operazione legata al recupero dello sfitto. Da un lato si vuole restituire alla cittadinanza spazi abitativi inutilizzati, dall’altro riuscire a mettere a bilancio ulteriori centinaia alloggi da dove incamerare il pagamento delle locazioni.

Ecobonus sì o ecobonus no? 

Ater ha anche affermato che intenderà usufruire dell’ormai celebre ecobonus anche se, come già espresso da diverse amministrazioni di categoria, le misure contenute nel decreto Rilancio potrebbero andare a creare uno spiacevole collo di bottiglia. In un periodo in cui molte aziende edili sono alle prese con finanziamenti pregressi (da pagare ndr) e l’ombra di una crisi che ha duramente colpito il settore, il credito d’imposta e lo sconto in fattura non entusiasma un comparto che ha bisogno di liquidità ora e subito. “Monitoreremo la situazione – hanno fatto sapere i vertici di Ater - e cercheremo di capire meglio come si potrà agire". 

Il commento

Un testo che potrebbe quindi rivelarsi una sorta di flop dal punto di vista numerico (come visto le piccole imprese potrebbero scegliere di non usufruirne, o addirittura di preferire il cosiddetto "nero" ndr), e contemporaneamente favorire il fronte dei grandi "palazzinari" con le spalle larghe e la possibilità di attendere. Insomma, se i timori delle categorie coinvolte si rivelassero fondati, l'ecobonus potrebbe rappresentare l'ennesimo favore ai "potenti". 

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