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Cronaca

Il triestino Marco Gombacci in Iraq per documentare le elezioni politiche

«Sono estremamente importanti per capire quali sono le maggioranze politiche che governeranno un paese dilaniato da anni di guerra e di lotte etniche, settarie e religiose e per dare stabilità ad un paese cardine in un Medio Oriente sempre più al centro del mondo»

Oggi si tengono le elezioni in Iraq e un triestino è presente per poter documentare e osservare questo importante avvenimento. Si tratta di Marco Gombacci, analista politico e consulente di affari europei, che si trova a Erbil, capitale del Kurdistan iracheno. «Sono delle elezioni storiche poiché sono le prime da quando l’ISIS è stato sconfitto in Iraq. Sono estremamente importanti per capire quali sono le maggioranze politiche che governeranno un paese dilaniato da anni di guerra e di lotte etniche, settarie e religiose e per dare stabilità ad un paese cardine in un Medio Oriente sempre più al centro del mondo», dice Gombacci. «Mi interessa particolarmente come il sistema elettorale tuteli alcune minoranze religiose, tra le quali i cristiani, che hanno dei seggi riservati nel nuovo parlamento. Un altro dato interessante è vedere un 25% dei seggi riservato alle donne. Sono elezioni importanti anche per noi europei perché un governo forte e capace potrebbe gestire l’emergenza degli sfollati e rifugiati rilanciando le opere di ricostruzione di alcune città facendoli così tornare nella loro terra e nei loro villaggi, tutt’ora inesistenti poiché distrutti dalla guerra, senza che siano costretti a partire per cercare fortuna altrove, molto probabilmente in Europa» continua Gombacci che si trova in Iraq per la terza volta.

«Mi viene in mente una cena due anni fa con il Primo Ministro della Regione autonoma del Kurdistan iracheno Barzani che disse ad una delegazione di europei come l’Europa non abbia capito che la crisi migratoria che stiamo subendo si debba risolvere in loco, aiutando i governi e le nazioni di partenza dei migranti a ricostruire e a riorganizzarsi per poter essere più stabili e gestire le numerose emergenze bloccando il flusso di migranti verso l’Europa,» ricorda il triestino. Le elezioni irachene vedono oltre 6000 candidati per 329 posti di cui il 25% riservato a donne e altri 9 seggi riservati per le minoranze religiose, cristiani inclusi.

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