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Cronaca

In duecento rispondono alla chiamata di 'Balkanroute': "La solidarietà non è un reato"

Attivisti in piazza contro le politiche europee dei respingimenti. Gian Andrea Franchi di Linea d'Ombra: "Sono stato denunciato ma continuerò a lottare finchè avrò vita".

Sono oltre duecento le persone che, oggi 17 aprile, sono scese in piazza Libertà per la manifestazione 'Balkanroute calling: mobilitazione a Trieste e sul confine Italo-sloveno!'. Lo scopo della mobilitazione, come spiegato dagli organizzatori, è quello di denunciare le politiche di respingimento illegale e portare solidarietà a tutte le associazioni ed i volontari "che supportano le persone in transito e per questo vengono infangate e inquisite".

"Non vogliamo parlare di mera emergenza, perchè è un concetto strumentale - ha dichiarato Franco Sartori del progetto 'Lesvos Calling' (la campagna solidale per la libertà di movimento dei migranti). "Vogliamo puntare il dito contro i colpevoli di questa situazione, contro chi attua respingimenti a catena e chiedere canali sicuri, libertà di movimento, documenti e permesso di soggiorno per tutti ed il rispetto delle vite umane". "Dai confini ci vengono restituiti migranti con corpi spezzati e le ossa rotte - ha spiegato Lorena Fornasir dell'associazione Linea d'Ombra -. Incontriamo ogni giorno persone disumanizzate. Eppure arrivano qui con una capacità di resilienza straordinaria. Quelli che non riescono a raggiungere questa piazza, vengono catturati nei boschi, muoiono nei fiumi o vengono riconsegnati alla Polizia croata che li massacra e deruba, per poi riportarli nell'inferno della Bosnia". 

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 "La solidarietà è sotto attacco e viene considerata un crimine perché le direttive europee non distinguono tra chi traffica essere umani e chi li aiuta" ha evidenziato Alfredo Racovelli di Mediterranea Trieste che corso del suo intervento ha quindi citato i nomi degli attivisti Vittorio Arrigoni e Rachel Corrie. "Non saremo mai complici indifferenti - ha concluso -. Faremo tutto ciò che è necessario fare, perchè lottare alimenta il desiderio di vita contro la morte". Presente in piazza anche Strada Sicura che ha sottolineato l'urgenza di portare al centro del discorso l'umanità, la dignità e la libertà, e non il potere ed il profitto.

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"Da un anno e mezzo siamo in questa piazza ogni giorno, eccetto un'interruzione dovuta al lockdown, per manifestare la solidarietà ai migranti, portatori di un diritto fondamentale, ovvero quello di andare a vivere in luoghi dove possono essere trattati con dignità - ha dichiarato Gian Andrea Franchi di Linea d'Ombra commentando la manifestazione -. Questa è la nostra lotta e noi continueremo ad agire non solo in questa piazza, ma anche andando in Bosnia. Io sono stato denunciato, ma continuerò ad agire finchè avrò vita". Tra la folla dei manifestanti presente anche Riccardo Laterza di "Adesso Trieste" che ha ricordato una Trieste sempre aperta e multiculturale, "e deve continuare ad esserlo". "Il problema dei respingimenti illegali è legato alle leggi internazionali e, ovviamente, va affrontato - ha aggiunto Laterza -. Il Comune, invece, potrebbe intervenire in maniera più efficace sulla gestione dei flussi migratori". La mobilitazione ha previsto altre due tappe: il consolato croato in piazza Goldoni e il valico di Pesek, tra Italia e Slovenia.

Balkanroute piazza Libertà - Foto di Giovanni Aiello






 

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