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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca

Bambini contesi tra genitori e provvedimenti “sui generis”: l’analisi dell’avvocato Rustia

Dal recente caso del bambino conteso che potrebbe essere collocato in casa famiglia ad alcune sentenze di affido condiviso con alternanza, in cui una famiglia deve sostenere i costi di tre case. Il commento del presidente dell'Osservatorio sul diritto di famiglia su alcuni provvedimenti del Tribunale di Trieste

Provvedimenti “sui generis” nella risoluzione delle contese familiari: questo il tema su cui l'avvocato Roberta Rustia, Presidente dell’Osservatorio sul Diritto di Famiglia del Fvg, commenta lo stato attuale dell'arte presso il Tribunale di Trieste. "Mi occupo da una vita di diritto di famiglia - spiega l'avvocato Rustia-, che è una branca del diritto molto delicato, che coinvolge il primo nucleo della società. I figli delle coppie che si separano saranno gli uomini e le donne del domani; le decisioni giudiziali intervengono perlopiù in un momento di profonda sofferenza della famiglia tutta, per cui a maggior ragione sarebbe necessario avere una sezione specializzata nel diritto di famiglia che si occupi esclusivamente dei problemi giuridici relativi alla stessa. Ad oggi l'organizzazione dei Tribunali in Italia è tale per cui i Giudici che trattano il diritto di famiglia devono seguire anche altre vertenze su argomenti molto diversi: i Giudici sono a dir poco oberati di lavoro."

Il caso di cronaca

Emblematico il caso del bambino conteso tra i genitori, che stava per essere collocato in una casa famiglia e poi affidato al padre dopo aver vissuto da sempre con la mamma e il fratello. “Il caso ha fatto scalpore sui media - spiega l’avvocato Rustia  -; la mia collega avvocato de'Manzano, che difendeva la madre, ha subito impugnato il provvedimento. Quello che ho notato è che adesso molte donne sono impaurite poiché gli ex compagni le minacciano con la prospettiva della comunità e dell’affido paterno in esclusiva, come ha disposto il Tribuale nel recente caso. Non si sa se l'esito del  provvedimento, ma casi del genere fanno preoccupare tutti".

La consulenza tecnica è indispensabile?

L'avvocato Rustia spiega: “Sono dell'opinione che, quando c'è conflitto tra i genitori, sia normale che il bambino si identifichi con uno di essi e il più delle volte succede che lo faccia con il genitore con cui ha avuto più contatti o con quello con il quale si sente maggiormente in empatia. E pertanto spontaneamente, anche senza alcuna valida motivazione, può avere un rifiuto verso l'altro genitore senza che vi sia in atto alcuna alienazione parentale. Certamente decidere sull'affido e sulle modalità di visita non è facile e si comprende perché il Giudice necessiti della consulenza tecnica. Personalmente ritengo però che il giudice possa decidere in molti casi anche senza l’ ausilio della consulenza tecnica in base alla sua esperienza e capacità facendo un’adeguata istruttoria. Il procedimento così potrebbe essere più celere e soprattutto meno dispendioso per le parti”.

Le ‘anomalie’ riguardano anche la sfera economica delle famiglie separate: “In un altro caso – spiega l’avvocato – il Tribunale ha imposto ad un padre separato il pagamento di una retta altissima per un corso di studio all’ estero nonostante tali somme esulassero dagli accordi presi e il fatto che il reddito non gli permettesse tale esborso".

Affido con alternanza: tre case e una sola famiglia

Molto discusso anche un recente provvedimento di affido condiviso con alternanza dei genitori nella casa coniugale. Nella pratica, in questi casi il bambino dovrebbe rimanere nella casa dei genitori separati, che alternativamente (spesso anche a settimane alterne) dovrebbero abitare con lui, mantenendo un’altra abitazione ciascuno. Uno scenario che presuppone tre case per famiglia, con oneri esorbitanti. 

“Molti anni fa  ho ottenuto un provvedimento di questo tipo – spiega Rustia - lo abbiamo provato per tre mesi e ci siamo resi conto che non era possibile. Inoltre si tratta di una soluzione che dev’essere consensuale e non può essere imposta. In questo modo il bambino non vivrà nella nuova realtà di nessuno dei due genitori e nel caso in cui questi dovessero trovare un altro partner la situazione diventerebbe insostenibile per tutti”.

“Fortunatamente – conclude l’avvocato - spesso i Giudici cercano di aiutare le parti a trovare soluzioni per comporre le vertenze, certi provvedimenti fanno scalpore ma sono eccezioni. Il primo compito dell'avvocato e poi del Giudice è quello di mediare la controversia. Dobbiamo entrare in una cultura del rispetto soprattutto nel "post-separazione" ed è’ questo l’animo con cui quasi sempre si cerca di lavorare in Tribunale”.

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