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Cronaca

Bimbo autistico di nove anni strappato alla madre da decreto del Tribunale

Prelevato da agenti in borghese su disposizioni del Tribunale dei minorenni di Trieste, il piccolo affetto da una grave forma di autismo, a nove anni è stato portato via dalla madre e condotto in una comunità di accoglienza. Il padre, rifugiato politico di origine curda era già stato allontanato dalla famiglia per violenze

Da circa tre mesi, Tommaso (il nome è di fantasia, n.d.r.) è stato allontanato dalla sua mamma. Pochi giorni dopo il Natale dello scorso anno, agenti in borghese su disposizione di decreto del Tribunale dei minorenni di Trieste lo hanno prelevato e condotto in una comunità di accoglienza. Perché Tommaso è autistico, ha solo nove anni ed è grave. Alla base della decisione del giudice, ci sarebbe l'inadeguatezza delle cure e dell'assistenza fornite dalla mamma al bambino.

Pare abbia sottovalutato l'autismo, l'accusa sollevata alla madre del piccolo che però respinge fermamente.  Ma nulla ha potuto di fronte a un decreto del giudice e la forza pubblica. Con l'altro bimbo di sette anni, fratellino di Tommaso, quotidianamente si reca nella comunità per accudirlo e accompagnarlo nel suo percorso dal medico psicologo che lo segue. Il padre, rifugiato politico curdo, è stato allontanato già lo scorso giugno dai figli per violenze sulla moglie e sui figli, quindi la sua figura è totalmente assente.

Rifugiato politico a Trieste dal 2004, era stato arrestato in Serbia, nell'ottobre del 2013. Precedentemente condannato nel suo paese, 15 anni fa, a 12 anni di "carcere duro", per la pubblicazione e diffusione di un libro, "Le lacrime della Mesopotamia", considerato "sovversivo" dalle autorità di Ankara, l'uomo aveva chiesto e ottenuto lo status di rifugiato politico a Trieste e qui aveva sposato la donna, diventando poi padre dei suoi due figli. Dopo la prigionia in Serbia, tornato in Italia nel 2014, nel giugno dello stesso anno era stato allontanato dalla famiglia, su disposizione del Tribunale dei minorenni di Trieste, a seguito di atti violenti nei confronti della moglie e del figlio.

Il decreto, innanzitutto, mette sotto accusa "la difficoltà della madre a favorire i rapporti tra i servizi referenti aveva contribuito alla decisione di chiudere l'intervento terapeutico con Tommaso e la perplessità della medesima genitrice a fare riferimento al Dr. Skabar dell'Irccs Burlo Garofalo, attesa la sua contrarietà alla somministrazione di un farmaco neurolettico al figlio invece prescritto dal medico in precedenza". La decisione della mamma, però, deriverebbe dalla grave inadeguatezza della terapia prescritta dallo stesso Skabar, a base di risperidone. Terapia che avrebbe avuto pesantissime conseguenze sulla salute psichica del bambino, rendendo la sua condotta sempre più pericolosa. 
A tre mesi dal distacco però le condizioni del bimbo sarebbero peggiorate e forse potrebbe anche perdere l'anno scolastico. 

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