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Più crescita economica in Fvg nei primi sei mesi del 2022, ma si va verso un rallentamento

Lo si deriva dall’Indicatore trimestrale dell’economia regionale (Iter) elaborato dalla Banca d’Italia e illustrato nella sede di Corso Cavour questa mattina

Prosegue la crescita economica del Friuli Venezia Giulia nel primo semestre del 2022 ma si vedono segnali di rallentamento nel semestre in corso. Lo si evince dall’Indicatore trimestrale dell’economia regionale (Iter) elaborato dalla Banca d’Italia e illustrato nella sede di Corso Cavour questa mattina. I dati sono stati presentati dal direttore della Sede di Trieste, Marco Martella, e da Achille Puggioni, ricercatore della locale Divisione di Analisi e Ricerca Economica Territoriale.

Scendendo nel dettaglio, rispetto al 2021, l’aumento del prodotto è del 6 per cento circa nel primo semestre, in linea con i dati nazionali, e il dato è in crescita anche rispetto al pre pandemia, in controtendenza rispetto alla media italiana. Bisogna tuttavia precisare che la regione è stata particolarmente resiliente e il calo durante la pandemia è risultato inferiore rispetto alla media nazionale. 

Molto bene le costruzioni e i servizi, meno l’industria, che ha risentito del rincaro energetico e dei problemi di approvvigionamento e nella prima parte dell’anno ha ‘resistito’ grazie alle scorte. E’ stato inoltre rilevato che le industrie, più esposte ai rincari, hanno retto bene all’incremento dei costi e hanno puntato sull’efficientamento energetico, ricorrendo all’autoproduzione.

Le costruzioni, grazie all’impulso degli incentivi fiscali, hanno registrato un + 14 per cento di ore lavorate nella prima metà dell’anno. Le esportazioni sono cresciute del 27 per cento, ma per oltre due terzi l’incremento è dovuto ai prezzi in rialzo, molto positivi i dati per il turismo e i trasporti (tornati ai livelli del pre pandemia), mentre la movimentazione delle merci nel porto di Trieste è aumentata del 5 per cento rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.

Nei primi tre trimestri dell’anno in corso, tuttavia, il sondaggio della Banca d’Italia conferma un rallentamento delle attività, poiché le attese a breve termine delle aziende sono orientate alla stabilità di ore lavorate e fatturato. L’occupazione è cresciuta del 5,2 per cento, superando i livelli del pre pandemia, e i contratti a tempo indeterminato hanno rappresentato quasi il 40 per cento delle attivazioni nette. I prestiti bancari delle famiglie continuano a crescere nel primo semestre dell’anno, soprattutto relativamente ai mutui per l’acquisto di abitazioni.

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