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Cronaca

Cattura Battisti, Serracchiani: "Anche FVG chiede giustizia"

Catturato in Bolivia l'ex terrorista condannato per quattro omicidi, tra cui quello del maresciallo Santoro, ucciso a Udine nel 1978. La deputata del PD: "Per 40 anni ha esibito il suo sogghigno impunito davanti alle famiglie delle vittime"

Intercettato dalla Polizia mentre camminava a Santa Cruz de la Sierra, in Bolivia, indossando barba e baffi finti: l'ex terrorista Cesare Battisti era evaso nel 1981 da un carcere di Frosinone per non fare più ritorno in Italia, ora dovrà scontare l'ergastolo per aver partecipato a quattro omicidi, tra cui quello del maresciallo Antonio Santoro, ucciso a Udine nel 1978. Una condanna rimasta finora inapplicata.

L'ora della giustizia

Così afferma la deputata del Pd ed ex presidente del Friuli Venezia Giulia Debora Serracchiani: "Abbiamo chiesto e atteso per anni la cattura del criminale che ha ancora sulle mani il sangue del maresciallo Santoro. Vogliamo credere che sia venuta l'ora della giustizia, dopo che per quarant'anni Battisti ha esibito il suo sogghigno e il suo disprezzo impunito davanti alle famiglie delle vittime". 

La lettera al pesidente del Brasile

La deputata, che a marzo di quest'anno aveva scritto al presidente del Brasile Michel Temer, affinché si esprimesse per l'estradizione dell'ex terrorista dei Proletari Armati per il Comunismo (Pac), ha ribadito "il grande rilievo esemplare che, una volta incarcerato, assumerà il caso Battisti, per rispetto verso i familiari delle vittime e quale giusta chiusura di un caso giudiziario che ci teneva legati all'epoca della lotta armata".

L'omicidio di Antonio Santoro

Il maresciallo Antonio Santoro era il comandante della Casa Circondariale di Udine ed è stato assassinato il 6 giugno 1978. L'agguato era stato teso e poi rivendicato dai terroristi del gruppo Proletari Armati per il Comunismo, tra cui lo stesso Battisti, un omicidio avvenuto per strada, sul suolo pubblico, a sangue freddo. Il PAC accusava il maresciallo di aver maltrattato alcuni detenuti, informazione derivata da alcune inchieste giornalistiche, in particolare quelle del quotidiano Lotta Continua, che lo accusava di abuso d'ufficio e abuso di potere. I PAC scrissero che l'istituzione carceraria andava distrutta perché «ha una funzione di annientamento del proletariato prigioniero» e di «strumento di repressione e tortura».

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