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Cronaca

Beni culturali: oltre 25,3 milioni di euro richiesti dalla Soprintendenza per riduzione del rischio sismico

Uno dei 21 beni per i quali la Soprintendenza ha richiesto ed ottenuto fondi per la verifica del rischio sismico è il Magazzino 20, in Porto Vecchio

Su un totale di 27 interventi per 12 località della Regione ben 21 sono stati richiesti dalla Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio del Fvg, per un totale di 25.310.000 euro sugli oltre 37 milioni stanziati dal MiBACT per interventi di verifica e riduzione del rischio sismico su beni tutelati.
«Quasi la totalità degli interventi richiesti dalla Soprintendenza, anche per beni di proprietà non statale, - comunica il Soprintendente Corrado Azzollini - sono stati approvati. Si tratterà ora di avviare i lavori a fronte della disponibilità immediata dei fondi. Per questo attendiamo che sia Roma a decidere se debbano essere gestiti dal Segretariato regionale o direttamente dagli Istituti che ne hanno fatto richiesta. Noi, come Soprintendenza, siamo pronti. Non è da escludere, però, considerata la tipologia dei lavori, che riguardano, generalmente, il miglioramento della vulnerabilità sismica degli edifici tutelati, che potranno essere coinvolti professionisti con conoscenze specifiche di strutture edilizie storiche».

I beni per i quali la Soprintendenza ha richiesto gli stanziamenti sono riferibili alla parte di pianura friulana denominata “Bassa Friulana” ed alle province di Gorizia e Trieste che non erano state danneggiate dal terremoto del 1976 e che, in precedenza, non erano state sismicamente classificate. Solo recentemente, infatti, il rischio sismico è stato esteso a tutto il territorio della Regione.
I beni ricadenti nelle zone dell’alto e medio Friuli, in provincia di Udine e Pordenone, erano stati già oggetto, infatti, dopo il terremoto, di significativi interventi di recupero e consolidamento antisismico da parte della Soprintendenza, della Regione e della Curia Arcivescovile di Udine.

Di seguito l’elenco dei beni per i quali la Soprintendenza ha richiesto i finanziamenti:

- Aquileia, Casa Bertoli

- Aquileia, Basilica e campanile

- Cividale, Duomo e campanile

- Cividale, Chiesa e campanile di San Martino

- Gemona, Chiesa di San Giovanni

- Gorizia, Complesso ex Cinema teatro Stella Mattutina

- Grado, Basilica di Sant’Eufemia

- Marano Lagunare, Torre civica

- Moggio Udinese, Chiesa Santo Spirito

- Palmanova, Porta Udine

- Premariacco, Villa Cernazai Pontoni

- Ruda, Amideria Chiozza

- Trieste, Palazzo Economo

- Trieste, Magazzino 20 in Porto Vecchio

- Trieste Chiesa di Notre Dame de Sion

- Trieste, Faro della Vittoria

- Trieste, Villa Necker

- Trieste, Parco di Miramare, castelletto e case ex custodi

- Trieste, Villa Cosulich

- Udine, Chiesa di Santa Chiara

- Udine, Ex Caserma Savorgnan. Futura sede dell’Archivio di Stato e del Polo archivistico.

Uno dei 21 beni per i quali la Soprintendenza ha richiesto ed ottenuto fondi per la verifica del rischio sismico, la riduzione delle vulnerabilità ed il restauro, per una cifra corrispondente di 1.350.000 euro, è il Magazzino 20, in Porto Vecchio, per il quale è in elaborazione già da alcuni mesi un progetto per la realizzazione di un “Centro per l’archeologia del Fvg”, con il sostegno del Comune di Trieste, proprietario dell’immobile, e della Regione Fvg.

Il progetto, per il momento in attesa dell’Atto di Concessione trentennale da parte dell’Amministrazione comunale, prevede, con la messa in sicurezza e l’adeguamento degli spazi, la creazione, al piano terra, del deposito per i reperti archeologici di pertinenza della Soprintendenza, provenienti dagli scavi su territorio regionale, un patrimonio in continuo accrescimento e che ha necessità di trovare un’adeguata sistemazione. La finalità è quella di realizzare dei “depositi attivi” che si prestino non solo all’ottimale e unitaria conservazione dei reperti ma anche alle attività di studio, catalogazione, restauro e valorizzazione. E, infatti, il progetto per il Magazzino 20 prevede anche uffici per la catalogazione, laboratori di diagnostica e di restauro, aule didattiche, spazi per esposizioni temporanee.
La volontà è di creare un centro di studio e di formazione che diventi non solo il punto di riferimento per l’Italia settentrionale ma che abbia anche un respiro transfrontaliero, coinvolgendo i Paesi confinanti. Su questo progetto gli interlocutori della Soprintendenza sono il Comune e la Regione.
Una quota del piano terra del Magazzino 20 sarà attrezzata, anche, come zona di ricovero delle opere d’arte in caso di calamità naturali o di eventi ad alto impatto.

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