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Cronaca

"Blablacar", un nuovo modo di viaggiare low cost anche da Trieste

Anche a Trieste sta spopolando il nuovo metodo di condivisione del viaggio: conviene rispetto al treno, è affidabile, le forze dell'ordine non hanno sentito lamentele ed è fiscalmente legale

Anche nel capoluogo giuliano ha iniziato a prendere piede la condivisione dell’auto per tratti di strada comuni, tramite le richieste e le offerte sul sito “Blablacar”, «piattaforma online che mette in contatto automobilisti con posti liberi a bordo delle proprie auto con persone in cerca di un passaggio che viaggiano verso la stessa destinazione, il cosiddetto “ride sharing” (noto forse ai più come "carpooling", ndr)».

Per quanti non fossero avvezzi a questa nuova modalità di condivisione, tale piattaforma permette di condividere il proprio viaggio in auto con altre persone che hanno necessità di percorrere lo stesso tragitto, condividendone le spese. Il sito focalizza l’attenzione sull’affidabilità dello stesso, offerte di passaggio in primis, con controlli rigorosi sull’esistenza e sulla serietà degli utenti che propongono o chiedono passaggi.

In effetti riguardo ad eventuali segnalazioni e feedback negativi del sito, il Tenente Colonnello Antonio Garritani del Comando dei Carabinieri di Via dell’Istria ci comunica che «a questo comando provinciale non vi è stata alcuna denuncia, né segnalazione, da parte di cittadini eventuali fruitori del tipo di trasporto anzidetto», in pratica i cittadini non hanno avuto problematiche tali da far intervenire le autorità competenti.

Per quanti fossero preoccupati dell’eventuale aumento del premio assicurativo del proprio veicolo, il sito sottolinea come il trasporto di sconosciuti non comporti alcun aumento del costo assicurativo, in quanto è come se si stesse dando un passaggio a propri congiunti o amici.

Enrico, studente universitario pordenonese ventitreenne di medicina all’Università di Trieste, torna a casa durante i weekend, risparmiando grazie a “Blablacar” cifre considerevoli: «Ho scoperto questo sito ad ottobre dell’anno scorso - esordisce visibilmente soddisfatto Enrico - ed ho iniziato subito a offrire passaggi a quanti ne avevano bisogno: da allora ne ho messi a disposizione da e per Trieste una trentina. Inizialmente viaggiavo con una-due persone, poi man mano che gli utenti iniziavano a conoscermi ed a segnalarmi positivamente sulla mia pagina tramite commenti e feedback positivi, i passeggeri sono cresciuti sempre di più, arrivando ora sempre al sold out settimanale. Sono molto soddisfatto in quanto così si ha sempre compagnia durante il viaggio ed in più ci si divide le spese».

Continua Enrico: «Mi sono sempre trovato bene con gli utenti che trasporto, per la maggioranza studenti universitari 19-20enni, ma sono capitati anche persone di mezza età ed addirittura una nonna con la nipotina. Sono nati anche rapporti di amicizia fuori dai passaggi con alcuni utenti - ci spiega il ragazzo, sottolineando dunque anche la funzione sociale di questo servizio -. Da Pordenone a Trieste la spesa pro capite ammonta a circa 6 euro, in totale 12 la tratta andata e ritorno - conclude Enrico - ed è un’ottima cifra, considerando che in treno solo una singola tratta da Pordenone a Trieste costa 13,60 euro; per di più in treno si impiega 2 ore, in auto un’ora ed un quarto, con un risparmio di circa tre quarti d’ora, ed in più cerco di portarli quanto più vicino possibile a casa».

Esperienza positiva condivisa anche da Olti, ragazzo trentenne che ora vive a Bologna, ma molto legato a Trieste, città dove ha vissuto per 10 anni, ed in cui torna spesso a trovare gli amici e gli affetti: «Conosco già da anni il carpoolig, avendone studiato il fenomeno per motivi di studio all’università a Trieste. “Blablacar” l’ho scoperto circa otto mesi fa, ed ho subito iniziato a mettere a disposizione la mia auto, quando da Bologna torno nel capoluogo giuliano per trovare gli amici. Al momento ho proposto sul sito circa una decina di passaggi, e con tutti gli utenti mi sono trovato bene. L’identikit dell’utente medio – continua il ragazzo - è una donna (il 70% circa delle persone che ho trasportato), sui 20-30 anni, quindi gran parte studentesse universitarie che tornano a casa per il weekend. Per tale tratta il costo pro capite ammonta a circa 15 euro, contro i 30-50 euro in treno, mentre i tempi di percorrenza sono di 3 ore in auto contro i 4 del treno».

Conclude Olti, demolendo uno stereotipo tipico sul triestino medio: «Tutti gli utenti che ho trasportato in questi mesi si sono rivelati aperti mentalmente, portati al dialogo ed alle chiacchiere, e tali caratteristiche le ho rilevate anche in tutti i triestini che ho trasportato, nonostante per antonomasia, gli abitanti di Trieste siano, per buona parte, persone di mentalità piuttosto chiusa e non particolarmente aperti mentalmente».

Secondo la guida online del sito, per la parte riguardante il pagamento viene specificato che l’erogazione della somma va concordata con il guidatore, preferibilmente all’inizio del viaggio, anche al fine di poter disporre della somma necessaria per la benzina e gli eventuali pedaggi. Su tale passaggio di denaro, che qualcuno potrebbe obiettare essere in nero, abbiamo sentito il Comando della Guardia di Finanza di Trieste che tramite il Generale Brigadiere Stefano Marton ci fa sapere che «occorre prima di tutto accertare la sussistenza in capo a chi offre il passaggio dei presupposti impositivi generali dell’IVA ovvero se la prestazione di trasporto sia resa nell’ambito dell’esercizio di impresa».

Il Generale Brigadiere punta quindi l’attenzione sulla questione dell’abitualità o meno di tale prestazione di trasporto, precisando che «la professione abituale ricorre ove un soggetto ponga in essere con regolarità, sistematicità e ripetitività una pluralità di atti economici coordinati e finalizzati al raggiungimento di uno scopo, con esclusione quindi delle ipotesi di atti economici saltuari e non finalizzati alla realizzazione di un utile. Ove pertanto l’attività in argomento assumesse i citati caratteri di professionalità - conclude il Generale Brigadiere Marton -, dal punto di vista fiscale conseguirebbero automaticamente in capo a chi offre e presta tali servizi, tutti gli ordinari obblighi previsti sia in materia di imposte indirette (IVA) che di imposte dirette (imposte sui redditi), con assoggettamento alle sanzioni tributarie in caso di mancato adempimento degli stessi». Da questo ne consegue quindi che la prestazione occasionale volta esclusivamente a condividere le spese di un determinato trasporto, ove dalla stessa non ne derivi un utile economico a favore del trasportatore, non rientra negli obblighi previsti dalla normativa fiscale in materia di IVA e imposte sul reddito.

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