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Cronaca

Casa delle Culture come Auschwitz, l'inventore dell'immagine: «Mi scuso, minacciato di morte»

Parla Gabriele Vassilich, il creatore dell'immagine postata poi su Facebook «Mi sono ritrovato il mio nome e cognome sul giornale e dipinto come un mostro e tutto questo solo per aver pubblicato un fotomontaggio nel mio profilo privato, che a seguito ho dovuto chiudere per minacce di morte»

Non si placano le polemiche attorno alla vignetta raffigurante la Casa delle Culture sovrastata dalla scritta che si trovava all'ingresso del campo di sterminio di Auschwitz. Diversi esponenti politici hanno censurato il fatto e Casapound ha sottolineato come in questa vicenda non abbia nulla a che fare.

A parlare ora è il creatore dell'immagine Gabriele Vassilich che riferisce a Triesteprima: «Premesso che sono stato accusato di nazismo quando la vignetta in questione non voleva offendere la comunità ebraica nè elogiare un gravissimo fatto accaduto quale il nazismo, dal quale io in primis mi dissocio. Mi rendo conto che effettivamente la satira rappresentata in quella vignetta potrebbe sembrare di cattivo gusto, ma non è assolutamente stata fatta con l'intento nè di pubblicizzare o elogiare in nessun modo il nazismo nè di offendere la comunità ebraica. Era solo un fotomontaggio che rappresentava la casa delle Culture in un contesto degli anni 40. È fatto noto a tutti che in quegli anni gli ebrei venivano perseguitati dai nazisti, ed è scritto sui libri di storia, non è una cosa che si scopre adesso. Personalmente ho fatto una vignetta e l'ho pubblicata sul mio profilo facebook, dal quale poi la foto è stata presa e condivisa anche da altre persone e fatta girare in rete».

«Io - continua il creatore dell'immagine -  non ho mai autorizzato nessuno nè a diffonderla nè avrei mai voluto che accadesse un fatto cosi grave. Personalmente mi scuso con chiunque possa essersi sentito offeso, e sottolineo che la mia era solo satira, probabilmente di cattivo gusto, ma voglio precisare che col nazismo e con quegli ideali nessuno ha nulla a che fare. Mi sono ritrovato il mio nome e cognome sul giornale e dipinto come un mostro...e tutto questo solo per aver pubblicato un evidente fotomontaggio nel mio profilo privato e personale, che a seguito ho dovuto chiudere per minacce di morte ricevute. Da una cavolata ne è uscito un fatto politico, sono stati tirati in mezzo Casapound solo perché nel profilo avevo messo una loro immagine, ma di fatto loro come qualsiasi altra organizzazione politica non c'entrano nulla, ne con me ne con le mie vignette».

«È stato messo in mezzo Tuiach, solo perché in buona fede, ha messo un mi piace su quel post. Sicuramente il mi piace non era rivolto al nazismo e allo sterminio, come è stato fatto passare, ma era stato messo solo in quanto la vignetta rappresentava una provocazione per la casa delle culture stessa. MI scuso a nome mio con l'intera comunità ebraica  e con chiunque si possa essere sentito offeso. Ribadisco che è solo una vignetta, in cui è stato sovrapposto il cartello presente all'ingresso di Auschwitz sopra alla Casa delle Culture. Ci sono milioni di fotografie in rete rappresentanti lager nazisti e campi di concentramento, addirittura a Trieste abbiamo la Risiera di San Sabba a testimonianza di quanto accaduto. Non si può parlare di nazismo solo per aver pubblicato una foto stupida, altrimenti è nazista chiunque condivida una foto dei campi di concentramento o semplicemente ne parli».

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