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Cronaca

Caso crocifisso rimosso, il professore: «Chiesta l’archiviazione»

Zotti: «Possibile sospensione se la sanzione dovesse essere confermata»

E’ andata in scena ieri pomeriggio l’udienza del professor Zotti davanti al Provveditore degli studi regionale, dott. Biasol seguito dell’azione del professore che, come protesta pacifica nei confronti delle continue offese delle gerarchie ecclesiastiche verso la comunità lgbt, ha staccato dall’aula in cui insegna il crocifisso (link qui). A tale azione è seguita una richiesta di sanzione disciplinare (link qui).

Il professor Zotti ci racconta che «ieri con me erano presenti gli avvocati Marco Barone (Cobas) e Fabio Corvaja (Uaar). In aula anche due segreterie che verbalizzavano l’incontro. Abbiamo presentato una memoria scritta, brevemente illustrata verbalmente. Abbiamo spiegato a voce le ragioni, contestualizzando ed infine abbiamo chiesto l’archiviazione del caso perché secondo noi nessuna delle accuse mosse sono imputabili».

Il professore continua spiegando che «il discorso del crocifisso non è previsto dai decreti che loro citano. Viene citato il vecchio concordato, riferito peraltro solo alla scuola elementare e media e non alle scuole superiori. Tra le accuse mosse, anche quella di non aver chiesto l’autorizzazione per poter parlare con la stampa: io però la prima dichiarazione l’ho scritta sul mio profilo personale di facebook, che è uno spazio privato e successivamente è stata ripresa da diversi organi di stampa locali e nazionali.

In realtà secondo le accuse io avrei parlato con la stampa, ma sono stati loro ad aver raccolto queste mie dichiarazioni inserite nel mio diario del social network. Crediamo a prescindere da tutto che un insegnante abbia il diritto di esprimere la propria opinione e le proprie idee secondo quanto recita l’articolo 21 della nostra Costituzione (quello sulla libertà di espressione) ed anche alla Carta dei Diritti dell’Uomo».

Zotti sottolinea che «il dott. Biasol è stato molto corretto, non si è sbilanciato vista la sua posizione, non ha espresso alcun giudizio sulla mia condotta e ci ha detto che ci farà sapere quanto prima quale sarà la decisione presa. L’eventuale provvedimento o l’archiviazione mi sarà comunicato direttamente. In totale hanno a disposizione 120 giorni da quando mi hanno fatto la notifica della possibile sanzione. Considerando che ne sono già passati 30, hanno ancora tre mesi di tempo. Mi è stato detto che non dovrei aspettare molto, in quanto la risposta dovrebbe arrivare prima del termine ultimo».

Ma concretamente, in cosa consiste l’eventuale sanzione? Zotti su questo afferma che «se la sanzione viene comminata dall’ufficio scolastico regionale, il contratto prevede la sospensione per un periodo dal lavoro. L’ultima volta c'è stata una sanzione di 30 giorni di sospensione».

Ieri pomeriggio, durante l'incontro con il Provveditore agli studi regionale, si è svolto fuori dal provveditorato un presidio a sostegno del professore (qui articolo e foto)

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