"Ragazzi aggressivi, danni e furti alle barche", la verità del Cedas sul molo G
Il direttivo della società ha inviato una lunga lettera a TriestePrima che abbiamo il piacere di pubblicare integralmente
Riceviamo dal Direttivo del Cedas e pubblichiamo integralmente.
"Gentile Direttore, a nome del Direttivo del CEDAS vorremmo esprimere alcune considerazioni e fornire qualche elemento di riflessione in merito all’articolo di Trieste Prima sull’episodio della contravvenzione elevata per il divieto di balneazione. Giustificare o avallare anche in parte, in nome della “giovinezza”, comportamenti incoscienti che mettono in pericolo la vita stessa di chi li attua, è estremamente pericoloso, oltre che irresponsabile e sconsiderato. In questo caso le leggi che regolamentano la balneazione non sono meri cavilli da legulei, ma precise disposizioni a tutela della sicurezza di tutti, come l’obbligo del casco in moto o delle cinture in auto per intendersi".
"Il CEDAS è un circolo di pesca sportiva con molti soci anziani il cui unico passatempo e, in qualche caso, ragione di vita, è uscire qualche ora a pesca. Spesso non riescono a farlo per il timore di far male a qualcuno. Per le caratteristiche del porticciolo, anche in caso di poco vento, le manovre di entrata e uscita devono essere effettuate a velocità anche sostenuta, aumentando in maniera esponenziale il rischio di incidenti se ci sono bagnanti all’imboccatura o addirittura in prossimità degli ormeggi. Purtroppo nel periodo estivo registriamo la presenza sempre più massiccia di persone sul molo e intorno al faro (record settimana scorsa: 81 individui, di cui 20 in acqua)".
Da quel molo ci siamo tuffati tutti, l'ipocrisia dietro a quei 2000 euro di multa
"L’atteggiamento dei ragazzini poi risulta spesso aggressivo e sfidante, aspettano che le barche escano per bloccarle o farsi “rifilare”. Nuotano all’interno dello specchio acqueo del porticciolo, due giorni fa si sono attaccati alla scaletta di un’imbarcazione in movimento per l’uscita. Oltretutto non hanno alcun rispetto nemmeno per la proprietà privata, salgono incuranti sulle barche all’ormeggio, che diventano oggetto di danneggiamenti e furti, rilevati dalla videosorveglianza e regolarmente denunciati ai Carabinieri di Miramare. Ci sembra che comportamenti del genere nulla abbiano a che fare con le normali pulsioni e intemperanze giovanili".
"Sia chiaro, a noi non danno certamente fastidio le persone che prendono il sole sul molo, sugli scogli o nella spiaggetta. Consideriamo invece il tuffarsi e la balneazione in acque vietate, incivile nei confronti del legittimo diritto dei nostri soci di uscire coi natanti serenamente e in sicurezza, oltre che pericolosissimo per gli stessi contravventori. Una delle nostre proposte è di installare una zattera galleggiante al largo dei Topolini, alla giusta distanza di sicurezza dall’imboccatura del porto, così da permettere ai giovani di tuffarsi in tutta tranquillità. Un saluto cordiale".