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Cronaca Via del Sale

Chiama il 118, ma muore al telefono

Un tragico episodio raccontato da Piero Camber (FI) che riporta una segnalazione dell'Ugl

«Una brutta brutta storia vera di pronto soccorso». Così intitola un tragico post Facebook il capogruppo in Consiglio comunale Piero Camber riportando una segnalazione giunta dall'Ugl che riporta un episodio avvenuto lo scorso 28 aprile e che accende nuovamente i riflettori sul Nue 112: «Intorno alle ore 14.49 la macchina Stock veniva attivata nella propria postazione per un codice giallo in via del Sale 2. Una volta giunto a bordo del mezzo, il personale rilevava però sul tablet di servizio la missione in codice verde. Pure il luogo dove l'evento si stava svolgendo era riportato come in pubblica via e non presso abitazione privata, essendoci comunque un indirizzo da suonare sul citofono».

«Veniva chiesta via radio alla Sores (Sala operativa regionale emergenza sanitaria) di Palmanova la correttezza del codice e dei dati - continua il racconto -. L'operatore radio confermava il codice riportato sul tablet, quello verde, deciso dopo ulteriore telefonata con la parte. Il mezzo a questo punto parte quindi senza l'utilizzo dei dispositivi acustici e luminosi e giunge sul target di via del Sale verso le ore 15.05».

«All'arrivo il personale suona per ben tre volte in qualche minuto al citofono senza ottenere risposta, richiedendo anche via radio la conferma del cognome. A questo punto gli operatori hanno suonato tutti i campanelli dello stabile per entrare - spiega il post di Camber -. Una volta aperto il portone il personale sanitario è giunto al secondo piano e ha bussato alla porta, ma nuovamente senza risposta. Veniva contattata così di nuovo la Sores per delucidazioni. L'operatore rispondeva che "il processo della chiamata non era stato facile perchè la parte era poco collaborativa, per cui non avevano informazioni aggiuntive da dare" e tenta di richiamare la parte in causa».

«Oltre la porta udivo il telefono squillare a lungo senza che nessuno rispondesse, per cui abbiamo richiesto l'invio del Vigili del fuoco per l'apertura della porta - spiega l'Ugl -. I pompieri arrivano così in 10-15 minuti, con la sirena. Li accogliamo sul pianerottolo e diamo loro le dovute spiegazioni. Inizia il processo di apertura della porta che si protrae per circa 20-25 minuti».

«A porta aperta il personale entra nell'appartamento e, perlustrandolo, rinviene la signora A.G. del 1954 nella propria camera da letto, inginocchiata a terra e riversa sul letto, ormai deceduta  - rivela il segnalatore -. Sorprendeva molto il fatto che la signora avesse ancora nella propria mano, posta sotto il volto, il telefono cellulare, quasi a significare il bisogno di aiuto o le richieste precedentemente fatte. Tra le varie chiamate ricevute, quelle della Sores che aveva chiamato invano la signora. A questo punto veniva richiesto l'intervento dell'automedica per la constatazione del decesso e quello del 113 per le procedure di rito. Nella ricerca di parenti, si appurava con la Polizia locale che la signora ha un marito (non divorziata) residente in via San Giovanni Bosco e un figlio residente in via Orlandini. La richiesta per accessi precedenti evidenziava solo un accesso a fine gennaio al Pronto Soccorso risoltosi con dimissione in poche ore».

«Rimane ora da capire - conclude il post di Piero Camber, che riporta appunto la segnalazione dell'Ugl - quale sia stato il filtro effettuato da Sores per ridurre il codice di gravità "a fronte di scarsa collaborazione da parte della signora" e se un intervento più tempestivo avrebbe potuto salvarne la vita».

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