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Cronaca

Clandestinità, il Procuratore: “È un reato inutile, da cancellare”

Antonio de Nicolo: "A Trieste siamo subissati da queste denunce a persone portate a giudizio per un reato che prevede la sola pena pecuniaria, la condanna è platonica perché non sarebbero mai in grado di pagare e al momento dell'esecuzione non è più possibile ritrovarli sul territorio"

"Il reato di clandestnità è una norma penale totalmente inutile, se la cancellassero farei un brindisi”. Così ha dichiarato il Procuratore Antonio De Nicolo, intervenendo a Ring su Telequattro: “Io non ho ancora capito perché, se non per questioni di bandiera politica, non riusciamo a liberarci del reato di clandestinità e cioè di dire che ogni persona che troviamo in Italia, per il solo fatto di esserci entrata, commette reato”. 

De Nicolo, che era precedentemente in servizio a Udine, sostiene che "a Trieste dove il numero di denunce è molto più elevato e ci troviamo subissati da queste denunce di reato per un sacco di persone: pakistani, afghani, siriani, che vengono portati a giudizio per un reato che prevede la sola pena pecuniaria, perciò anche quando la condanna verrà emessa non verrà mai eseguita perché non li troviamo più sul territorio. Quindi la condanna è platonica, non verrà mai eseguita perché non sarebbero mai in grado di pagare e, nel contempo, si tratta di procedimenti che intasano gli uffici dei tribunali. E’ una norma penale totalmente inutile, se la cancellassero farei un brindisi”.

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