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Una vittoria storica

Amianto in porto, il tribunale accoglie l'appello di Claudio Visintin

L'uomo, settantunenne istriano, aveva lavorato per 11 anni nello scalo giuliano. La Corte d'Appello ha accolto la sua richiesta per farsi riconoscere il disturbo psichico da amianto. "Una vittoria storica" così i legali

La Corte di Appello di Trieste ha accolto l’appello di Claudio Visintin, vittima dell’amianto che ha contratto infermità asbesto correlate per il lavoro svolto come portuale nel Porto di Trieste. Visintin, 71 anni, esule da Buie d’Istria, si è ammalato di placche pleuriche, e con lesione psicobiologica, disturbo dell'adattamento con umore depresso ad andamento cronico.

La vicenda

L'uomo ha lavorato per la Compagnia portuale dal 1970 al 1981, si occupava di facchinaggio. Durante il servizio è stato esposto a polveri e fibre di amianto. Spesso movimentava sacchi di juta contenenti l'asbesto e manipolava materiali friabili e compatti in amianto. Come tanti operai che poi si sono ammalati delle gravi patologie legate all'amianto respirava le polveri killer senza protezioni e senza conoscerne il rischio. L'Inail nel 2015 aveva accertato la malattia professionale di ispessimenti pleurici con una menomazione all'integrità psicofisica del 3 per cento, spiegando così che l'operaio non avesse diritto ad alcun indennizzo perché, per ottenerlo, per legge sono necessari postumi invalidanti del 6 per cento. 

Gli sviluppi

Nel 2016 gli avevano certificato un disturbo post traumatico da stress subito per l'esposizione all'amianto e all'insorgenza delle placche pleuriche, che rappresentano spesso il primo stadio del mesotelioma. Si tratta di uno dei tumori più aggressivi, causati esclusivamente dall'amianto, purtroppo con esito quasi sempre infausto. “Il Tribunale di Trieste nel 2021 non aveva riconosciuto all'uomo il disturbo psichiatrico quale patologia professionale asbesto correlata, ora la Corte di Appello con questa sentenzanella quale ha quantificato un danno complessivo liquidato di € 12.573,00 a cui vanno aggiunte le rivalutazioni annuali e gli interessi, apre le porte ad una nuova frontiera del danno e afferma che deve essere risarcito anche il danno psichico, oltre al danno morale. Una vittoria storica perché Visintin non era dipendente dell'Autorità Portuale, bensì della Compagnia Portuale/Coop".

La nota

"Abbiamo ottenuto - continua la nota - un significativo risultato che finalmente gli rende un po' di giustizia, anche se questa somma è minima. Purtroppo questo rischio è sempre sottovalutato, anche in termini risarcitori, nonostante il flagello dell’amianto, che ha ucciso e continua ad uccidere in Trieste e nella Venezia Giulia” – spiega Ezio Bonanni, Presidente dell’Osservatorio Nazionale Amianto, legale del portuale, unitamente all’Avv. Corrado Calacione, che aggiunge: “Claudio ha avuto il merito di non arrendersi all’ostruzionismo dell’Autorità Portuale, che cerca sempre di negare le sue responsabilità, e ha interpretato il suo impegno anche per rendere dignità e giustizia alle decine e decine di colleghi di lavoro che purtroppo sono deceduti”.

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