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Cronaca

Comitato di Redazione de "il piccolo": "Pronti a 10 Giorni di Sciopero"

L’Assostampa FVG e la FNSI sono al fianco dei giornalisti del Piccolo, impegnati in una dura vertenza con l’editore, che ha violato un accordo liberamente sottoscritto un anno e  mezzo fa. Un accordo già pesante per la redazione che, in occasione...

L'Assostampa FVG e la FNSI sono al fianco dei giornalisti del Piccolo, impegnati in una dura vertenza con l'editore, che ha violato un accordo liberamente sottoscritto un anno e mezzo fa.
Un accordo già pesante per la redazione che, in occasione del passaggio del quotidiano triestino al tabloid, aveva accettato per senso di responsabilità una riduzione dell'organico di sei unità e la pubblicazione ogni giorno di alcune pagine sinergiche.
Ora l'azienda, che evidentemente sa ragionare solo in termini di tagli alla redazione e al lavoro giornalistico, vuole ritoccare al ribasso quell'accordo, violandolo.
Una decisione tanto più grave in quanto arriva da un gruppo editoriale che, soprattutto con Repubblica ed Espresso, si fa paladino, a parole, della difesa e della tutela del lavoro ogni sua forma.
Ma ecco il comunicato del Cdr del Piccolo, cui la redazione ha affidato un pacchetto di 10 giorni di sciopero:

L'assemblea di redazione del Piccolo denuncia la decisione unilaterale dell'azienda, d'intesa con la direzione, di violare, a partire dal 1° luglio 2012, l'accordo del 26 gennaio del 2011 valido fino al 31 dicembre del 2013.

Si tratta dell'accordo integrativo di secondo livello che ha permesso all'azienda di avviare il progetto del nuovo formato tabloid e full color del giornale con il trasferimento dello stabilimento tipografico da Trieste a Gorizia, operazione che ha comportato una riduzione di sei unità nell'organico redazionale.

Ora con l'uscita di due colleghi, uno per pensionamento e l'altro attraverso l'utilizzo dell'esodo incentivato, e l'ingresso di una sola collega, l'organico redazionale viene ridotto da 42 a 41 unità.

Scegliendo così di sostituirne uno solo (obbligata tra l'altro da una sentenza del giudice), l'azienda viola uno dei punti chiave dell'accordo integrativo, quello che definisce nel numero di 42 l'organico minimo redazionale per la realizzazione del tabloid.

Una decisione di assoluta gravità, perché di fatto - con il mancato rispetto dell'accordo - certifica il venir meno della base di partenza di tutti i rapporti sindacali e della credibilità dell'editore.

La redazione non può non evidenziare come questa perdita di credibilità possa mettere a rischio le relazioni anche con gli altri comparti e con le istituzioni cittadine.

Tutto ciò nonostante il comitato di redazione del Piccolo, una volta informato della proposta dell'azienda, avesse accettato il taglio di un posto di lavoro a fronte di un percorso di stabilizzazione dei colleghi precari.

Il cdr non può accettare che, oltre alla ulteriore riduzione dell'organico, l'azienda pretenda il superamento degli accordi vigenti, cioè voglia avere mani libere in termini di possibile nuova riduzione della pianta organica.

I giornalisti del Piccolo, invece, a tutela del futuro di questo giornale, a tutela della possibilità per i colleghi precari di vedere stabilizzata la loro posizione e anche a tutela della propria professionalità, non vogliono essere privati di ogni diritto.

E rifiutano qualsiasi addebito di responsabilità che l'azienda dovesse tentare di attribuire loro in merito alla sfumata conclusione della trattativa, perché è stato l'editore a dire di no a tutte le proposte di mediazione, bloccando così un'ulteriore uscita anticipata, la stabilizzazione di una collega che ha ormai raggiunto il limite massimo di 36 mesi di contratti a tempo determinato e la possibilità per un'altra collega con oltre 30 mesi di contratti a termine di ottenere un importante contratto di sostituzione.

I giornalisti del Piccolo portano a conoscenza dell'opinione pubblica, delle istituzioni locali e dei lettori il fatto che la società Finegil, editore della testata Il Piccolo, e il gruppo Espresso, di cui Finegil fa parte, non rispettano gli accordi sottoscritti solo un anno e mezzo fa.

Ci si chiede quindi quale valore abbiano le battaglie a favore del lavoro, dell'occupazione e del rispetto dei diritti dei cittadini, che i quotidiani del gruppo cavalcano, quando l'editore viene meno alla base di tutti i principi delle relazioni professionali e sindacali.

Il prossimo passo quale sarà? Il Codice etico dell'editore recita: Il "Gruppo Espresso intende (?) perseguire i propri obiettivi ricercando il migliore contemperamento degli interessi coinvolti, nel rispetto di tutte le disposizioni di legge e dei principi di onestà, imparzialità, affidabilità, lealtà, correttezza, trasparenza e buona fede sempre fermo il primario rispetto e la tutela della vita umana". Parole che in questo caso suonano parecchio stonate.

Proprio in questo momento, la direzione ha deciso di modificare l'organizzazione interna della redazione.

Una scelta inopportuna per il fatto che esiste un piano ferie approvato da tempo.

Va rilevato che già dai turni della settimana in corso emerge una conseguente violazione rispetto al contratto nazionale (articolo 7).

Per questo i giornalisti del Piccolo chiedono al direttore di porre immediatamente le condizioni per garantire il rispetto del contratto nazionale di lavoro giornalistico.

L'assemblea di redazione proclama lo stato di agitazione e affida al cdr un pacchetto di dieci giorni di sciopero.

Inoltre dà mandato al comitato di redazione di attivarsi in tutte le sedi, compresa quella legale, per ottenere il rispetto dell'accordo di secondo livello.

Il cdr del Piccolo

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