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Cronaca

 Confapi Fvg: «Il Sistri è fallito, ma il Governo non ne vuol prendere atto»

Lo rileva in una nota Confapi Fvg

«È un fatto come anche per il 2016 il Governo abbia confermato il pagamento integrale del contributo annuo al Servizio informatico di tracciabilità dei rifiuti pericolosi, il Sistri, a carico delle imprese interessate a questo genere di attività (imprese generatrici di rifiuti pericolosi, imprese di trasporto e imprese smaltitrici dei medesimi), nonostante gli impegni presi di fronte al Parlamento quanto meno per una riduzione parziale dell’importo». 

Lo rileva in una nota Confapi Fvg.

«Per l’ennesima volta, dunque, il Governo - continua la nota -  non ha inteso prendere atto che il sistema, istituito nel dicembre 2009, non è mai entrato a regime, mentre per tutto questo tempo le imprese interessate sono state obbligate a versare il contributo per servizi mai corrisposti e a sobbarcarsi gli oneri d’investimento e burocratici per la gestione di un qualcosa che non è mai stato in grado di funzionare, né, probabilmente, mai lo sarà. Recentemente, con un decreto del 1° luglio 2016, il Ministero dell’ambiente ha “costituito” il Tavolo tecnico di monitoraggio e concertazione del Sistri, del quale, fra gli altri, fanno parte tutte le associazioni nazionali più rappresentative di categoria, fra cui la Confapi. In verità, il tavolo tecnico era già stato istituito con le medesime finalità nel dicembre 2013 e la novità ora introdotta sembra risiedere solo in un suo allargamento. Vi è solo da auspicare che il nuovo tavolo operi con senso della realtà su ruolo e funzione del Sistri».

«Più e più volte - conclude -  in passato l’Associazione Piccole e Medie Industrie del Friuli Venezia Giulia, anche per bocca del suo Vicepresidente Bernardino Ceccarelli, ha sostenuto nelle più varie sedi che il Sistri, così come è stato concepito e realizzato, va soppresso e radicalmente ripensato e che, nelle more del sistema, va da subito sospeso a tempo indeterminato il pagamento del contributo a carico delle imprese e con esso l’intero impianto sanzionatorio. L’Associazione rammenta una volta ancora che le imprese non sono per principio contrarie a un sistema di tracciabilità dei rifiuti pericolosi ed ha, anche ora, invitato la propria confederazione nazionale (Confapi) ad agire anche in seno al neo costituito tavolo tecnico, affinché si ponga fine a questa fallimentare esperienza». 

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