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Cronaca

"Cop26", da Glasgow al Fvg: a Trieste il convegno sul clima con il Premio Nobel Giorgi

Si è tenuto mercoledì 10 novembre il convegno 'Cop26: da Glasgow al Friuli Venezia Giulia gli effetti del cambiamento climatico sul nostro mare'. Giorgi: "Sono in corso gravi cambiamenti climatici e sono in fase di accelerazione. Emissioni? Non aspettare il 2050, agire subito"

C'è bisogno di una nuova cultura ambientale per poter almeno rallentare quelle che sono le conseguenze più gravi dell'emergenza climatica. L'orologio del clima scandisce il suo tempo anche nel Friuli Venezia Giulia: innalzamento del livello dell'acqua, cambiamento climatico e la presenza di nuove specie nel nostro mare. Questo quanto emerso nel corso del convegno 'Cop26: da Glasgow al Friuli Venezia Giulia gli effetti del cambiamento climatico sul nostro mare', a cui hanno preso parte il climatologo Premio Nobel Filippo Giorgi dell'International centre for theoretical Physics (Ictp), Andrea Cicogna di Arpa FVG, la glaciologa Florence Colleoni, l'ecologo Cosimo Solidoro dell'Ogs e l'Assessore regionale alla Difesa dell'ambiente Fabio Scoccimarro. All'iniziativa ha partecipato tra gli altri anche il sindaco Dipiazza.

"Oggi ci troviamo qui con scienziati, ricercatori e tecnici di altissimo livello in un territorio che pullula di eccellenze scientifiche, culturali e storiche. In particolare, la presenza del climatologo Premio Nobel Filippo Giorgi è un ulteriore passo verso gli 'Stati Generali dello sviluppo sostenibile dell'alto Adriatico e del centro Europa' in programma a settembre, nel corso del quale verrà firmato il 'Memorandum Trieste'" ha dichiarato Scoccimarro all'apertura del convegno. "Solo attraverso un confronto con le Regioni e gli Stati limitrofi della Mitteleuropa potremo delineare una visione di sviluppo integrata su temi legati all'ambiente, considerato che l'inquinamento dell'aria, dell'acqua e le alterazioni degli ecosistemi, non conoscono confini". L'Assessore ha quindi confermato l'impegno della Regione per raggiungere gli obiettivi del Green deal europeo con almeno 5 anni di anticipo sul 2050.

La lectio magistralis del Premio Nobel Giorgi

Dopo i saluti istituzionali e gli interventi di apetura, il premio Nobel Giorgi ha tenuto una lectio magistralis con cui ha voluto evidenziare, dati alla mano, gli effetti dell'emergenza climatica. A partire dal territorio italiano. "Tempesta Vaia, l'allagamento di Venezia, lo scioglimento dei ghiacciai alpini, l'uragano in Sicilia: sono in corso gravi cambiamenti climatici e sono in fase di accelerazione - ha dichiarato Giorgi -. Dall'inizio del XX secolo il pianeta si è riscaldato di più di un grado, e negli scenari "business as usual", questo riscaldamento potrebbe raggiungere ulteriori 3-4 gradi entro il 2100, con conseguenze come l'aumento di eventi meteo catastrofici (alluvioni, siccità, incendi), lo scioglimento dei ghiacciai, l'aumento del livello del mare, e molti altri, che possono mettere a repentaglio lo sviluppo sostenibile della società".

Per questo è importante agire subito, e "non vale ridurre le emissioni a ridosso dell'obiettivo 2050 perchè il problema sta nell'accumulo delle stesse". Per agire da subito, come detto dal premio Nobel, è necessario diminuire emissioni di gas serra tramite la transizione ecologica: efficienza energetica, sostituzione dell'uso di combustibili fossili con energie rinnovabili, incentivazione dell'economia circolare e a chilometro zero, riforestazione e diminuzione degli allevamenti intensivi. "L'implementazione di queste politiche deve avvenire urgentemente e nella maniera più veloce possibile se si vuole sperare di ottenere l'obiettivo dell'accordo di Parigi" ha concluso.

Lo scioglimento delle calotte polari

La glaciologa Florence Colleoni si è invece focalizzata sui punti critici dello scioglimento delle calotte polari spiegando che, pur limitando il riscaldamento a +1,5 °C, il livello del mare si alzerà comunque. "Le azioni politiche di mitigazione promosse fino alla Cop26 per ora si traducono in un riscaldamento di +3°C, insufficienti per preservare maggior parte della criosfera terrestre" ha spiegato.

I cambiamenti climatici in Fvg

A parlare nel dettaglio della situazione in Fvg sono stati Andrea Cicogna di Arpa e l'ecologo Cosimo Solidoro (Ogs). Il primo ha illustrato i tre impatti del cambiamento climatico in regione: siccità, gelate e piogge intense. Mentre il secondo ha affrontato il tema dell'impatto dei cambiamenti climatici sull'ecosistema marino, sottolineando che "l'acqua assorbe e immagazzina calore e anadride carbonica sottraendoli all'atmosfera, ma allo stesso aumenta la propria temperatura e acidità. Gli organismi rispondono quindi a queste alternazioni migrando o adattandosi". "Se gli scenari attuali di emissione saranno confermati, alterazioni importanti saranno attese anche in Fvg. In parte già osservabili non solo per i cambiamenti della temperatura e livello di acidità, ma anche per la presenza di nuove specie"

L'evento è stato organizzato dall'Istituto Nazionale di Oceanografia e di Geofisica Sperimentale-Ogs assieme ad Arpa Friuli Venezia Giulia con il supporto della Regione e moderato dal giornalista Roberto Vitale.

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