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Cronaca

Coronavirus, il caso del migrante positivo a Trieste agita i sindacati di polizia

Edoardo Alessio della Fsp e Pierpaolo Zanussi del Siap esprimono forte preoccupazione per la positività riscontrata oggi 20 agosto. "Protocolli sanitari, hot spot e rinforzi"

Il caso di un migrante positivo al Coronavirus a Fernetti "agita" i sindacati di polizia triestini. Tra la crescente preoccupazione relativa all'aumento dei flussi provenienti dalla Rotta balcanica e l'emersione di possibili contagi tra le persone dirette in Italia, le sigle che rappresentano il personale della Questura giuliana fanno quadrato e chiedono l'attuazione di protocolli sanitari ad hoc. 

Le critiche della Fsp

Il segretario provinciale della Federazione Sindacale di Polizia Edoardo Alessio rivolge un forte appello al Ministro dell'Interno affinché "si faccia qualcosa". La Rotta balcanica non sembra infatti attirare le stesse attenzioni degli sbarchi che avvengono nel canale di Sicilia. "Vogliamo mandare più poliziotti a svolgere il lavoro di vigilanza e rintraccio o ci continuiamo a trastullare con provvedimenti inefficaci come l’aumento dei militari che, come sappiamo non possono fare altro che coadiuvare le forze dell'ordine e non procedere giuridicamente?" è la domanda che Alessio si pone. 

Hot spot e protocolli sanitari

Mettendo l'accento sulla necessità di un intervento politico, la Fsp chiede un'azione diplomatica nei confronti della Slovenia e auspica l'arrivo di un "congruo numero di uomini a rinforzo della zona confinaria, nonché l’attivazione di hot spot in zona che metta in sicurezza i colleghi e le loro famiglie come del resto anche i migranti stessi per evitare diffusioni di contagi". 

La posizione del Siap

Sul caso del migrante positivo di Fernetti interviene anche Pierpaolo Zanussi, segretario provinciale del Siap. In attesa dei tamponi da effettuare sul personale entrato in contatto con il migrante, il Siap denuncia "l’inadeguatezza del protocollo sanitario e di screening preventivo, del trasporto dei migranti con veicoli privi di schermatura e strutture di prima accoglienza per la trattazione (al momento una tenda dell’Esercito Italiano “Strade Sicure” priva di aria condizionata e riscaldamento) totalmente prive di dispositivi di distanziamento come plexiglass, peraltro il tutto sito accanto ad una caserma alloggiativa, promiscua a decine di migranti quotidianamente in arrivo, militari di Strade Sicure e Forze di Pubblica Sicurezza". 

L'allarme

Lanciando quello che viene definito "l'ennesimo allarme di protesta rivolto alle istituzioni", Zanussi prende le parti dei colleghi - "i più esposti" - che si ritrovano "a combattere in prima linea". Il Siap si dice "sconcertato" per quanto riguarda la gestione sanitaria che dovrebbe prevedere "la quarantena preventiva ai migranti in quanto provenienti da zone altamente pandemiche e tamponi sistematici anche agli operatori". 

Una situazione "vicina al caos"

A causare una situazione "vicina al caos", per Zanussi, sarebbe l'assenza di "strutture idonee e sterili, scorte importanti di dispositivi di protezione individuale e autoveicoli attrezzati per il distanziamento". Sotto pressione ormai da tre anni, le forze di polizia impegnate nelle attività confinarie possono contare su "poche decine di poliziotti" alle quali si è affiancata "una manciata di aggregati, un piccolo sollievo". In termini pratici Zanussi definisce l'arrivo dei rinforzi "una soluzione neanche lontanamente adeguata a sanificare il terreno insidioso che sta affrontando il comparto sicurezza provinciale". Entrambe le segreterie sono infine concordi nel chiedere che dalle parole "si passi ai fatti". 

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