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Corteo 25 aprile, ANPI e CGIL: "Non ci pieghiamo al revisionismo"

In 1500 hanno sfilato nel corteo, non privo di momenti di tensione. Vallon (ANPI): "Il sindaco nega la libertà di parola con giustificazioni ridicole. Dispiaciuti per lo strappo ma non potevamo tacere". Relli (CGIL - FIOM): "Minimizza la resistenza partigiana e poi sostiene Forza Nuova: inaccettabile"

ANPI e CGIL si dissociano dalla commemorazione ufficiale del 25 aprile con il sindaco Dipiazza e il presidente della Regione Fedriga, e raggiungono la Risiera di San Sabba solo dopo i loro interventi. In netta rottura con le amministrazioni di centrodestra un corteo di 1500 persone è partito oggi dal piazzale davanti allo stadio Grezar per raggiungere la Risiera intorno alle 12:30. Una manifestazione che ha riunito diverse sigle e associazioni: oltre all'ANPI e alla CGIL anche il Coro Partigiano e altre realtà tra cui Arci, Arcigay, Rifondazione Comunista, Mediterranea e Buonisti un CAS. Presente anche il presidente di ICS Gianfranco Schiavone. In mezzo a queste bandiere anche quelle della brigata partigiana “Garibaldi” (i tricolori con la stella rossa), della Jugoslavia di Tito e della Palestina.

Il presidente ANPI di Trieste

“La nostra manifestazione parte da qui – ha spiegato il presidente del Comitato Provinciale Anpi-Vzpi di Trieste Fabio Vallon - perchè Trieste è l'unico capoluogo di regione in cui ci è impedito di intervenire in quanto rappresentanti di chi la resistenza l'ha fatta veramente. Le giustificazioni del sindaco sono risibili, l'altro anno si è opposto ufficialmente a far parlare lo storico Marcello Flores, direttore scientifico dell'istituto nazionale Parri, perché “Non voleva interventi politici nell'imminenza delle elezioni regionali”. Quest'anno, invece, nessuna giustificazione, per poi dichiarare al quotidiano locale: “Se faccio parlare voi devo far parlare gli altri”. Spero che il sindaco non intenda far parlare anche i reduci della X MAS”.

“Ci dispiace per questo epilogo – ha poi argomentato Vallon - ma non possiamo fare finta di niente se ci vengono tolti i fondi, il diritto di parola e se subiamo accuse di negazionismo. La resistenza è stata plurale, non pensiamo che la resistenza sia solo comunista, è il sindaco che fomenta divisioni tra presunti partigiani buoni e partigiani cattivi”.

Il segretario della FIOM - CGIL Trieste

Così si è espresso invece il segretario della FIOM CGIL Trieste Marco Relli: “Questo giorno di festa e liberazione dai regimi opprimenti del nazifascismo viene strumentalizzato da politici che praticano il revisionismo storico equiparando i partigiani a coloro che hanno commesso atrocità inumane, travisando il senso stesso del 25 aprile. L'altro anno il sindaco ha fatto un discorso assurdo e qualche giorno prima era andato alla presentazione di un candidato di Forza Nuova in occasione delle elezioni. Questo è inaccettabile da parte di un funzionario pubblico perché l'antifascismo è parte fondante della nostra costituzione. Con la stessa decisione abbiamo contestato Casapound il 3 novembre: questi non sono più rigurgiti ma realtà organizzate, anticostituzionali e molto pericolose”

Tensione alle porte della Risiera

Prima di entrare in Risiera i manifestanti hanno indirizzato a Dipiazza e Fedriga il loro dissenso sottoforma di fischi e al grido di “No CPR”. Momenti di tensione anche a causa di una signora che si è messa a inveire contro i manifestanti urlando “mi fate schifo”, ed è stata poi allontanata e calmata da persone esterne al corteo. Parte dei manifestanti ha quindi fatto il suo ingresso nel piazzale della Risiera, poi le forze dell'ordine hano dovuto impedire ulteriori ingressi per il sovraffollamento. 

Il vicepresidente ANPI Emilio Ricci

All'interno del monumento nazionale si è poi tenuta l'esibizione dei cori partigiani e l'intervento di Emilio Ricci, vicepresidente dell'ANPI nazionale. Ricci ha riportato la sua testimonianza di vita: “Mio padre è stato deportato nell campo di sterminio di Mauthausen e ne è uscito dilaniato nel fisico e nell'anima, mentre mio nonno è ha lottato contro fascisti e nazisti rischiando la vita. Sono cresciuto in questo clima e oggi qualcuno sostiene che il fascismo “ha fatto anche cose buone”. Noi non lo possiamo accettare, e non possiamo accettare che la liberazione venga definita una guerra civile dove gli italiani hanno combattuto contro gli italiani. Non si può banalizzare in questo modo il contributo della resistenza, grazie alla quale viviamo in un mondo dove ognuno può esprimere la propria opinione senza essere incarcerato".

“Oggi - ha poi concluso il vicepresidente - vediamo giovani, figli di un contesto di ignoranza e disperazione, che brandiscono fasci littori, e in questo contesto possiamo dire che l'ANPI è la punta di questa nazione perchè combatte i rigurgiti fascisti. Lo abbiamo dimostrato a Prato, quando ci siamo battuti per bloccare la manifestazione di Casapound”.

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