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Cronaca

Cosolini " no a Fusioni a Freddo dell'Ater e dell'Azienda Sanitaria "

Disponibilità al confronto con la Regione e all’apertura di un “tavolo” con tutte le Amministrazioni interessate.Anche per la ricerca di ogni possibile contenimento della spesa pubblica, ma, nel contempo, forte perplessità verso l’accorpamento in...

Disponibilità al confronto con la Regione e all'apertura di un "tavolo" con tutte le Amministrazioni interessate.

Anche per la ricerca di ogni possibile contenimento della spesa pubblica, ma, nel contempo, forte perplessità verso l'accorpamento in "strutture" uniche di Aziende complesse e di rilevante importanza territoriale quali l'ATER e l'Azienda Sanitaria; e pertanto la necessità di procedere, in ogni caso, attraverso un serio approfondimento tecnico e non mediante frettolose e rischiose "semplificazioni".

Questi i concetti centrali espressi stamane dal Sindaco di Trieste Roberto Cosolini in una conferenza stampa cui hanno preso parte anche gli Assessori comunali alle Politiche Sociali Laura Famulari e alla Pianificazione Urbana e Politiche per la casa Elena Marchigiani.

Contrarietà dunque ad accorpamenti e a "fusioni a freddo" senza sufficienti valutazioni, in un'unica Azienda regionale, di Ater e A.S.S., scelte che penalizzerebbero fortemente e soprattutto Trieste, in primo luogo per i prevedibili effetti sociali in una città che già vive una pressante "emergenza casa" ma anche note problematiche di carattere socio-sanitario.

"Vorrei che a nessun legislatore del Friuli Venezia Giulia - ha esordito Cosolini - sfuggisse la spiccata specificità e complessità della città di Trieste rispetto ad altre località della Regione: una specificità che si traduce in peculiari condizioni socio-economiche, ma anche nella presenza di istituzioni che hanno contribuito a costruirne la storia e che ancora oggi rappresentano un importante punto di riferimento per la rilevante quantità di servizi forniti alla collettività.

Una di queste istituzioni è l'Ater, "originata" nel 1902 e da allora perno delle politiche della casa nel capoluogo regionale; a livello analogo, per quantità e importanza dei servizi prestati, possiamo collocare l'Azienda Sanitaria o l'Erdisu per i numerosi studenti frequentanti l'Ateneo triestino."

"Ebbene - ha proseguito il Sindaco -, noi abbiamo sempre manifestato con chiarezza il nostro impegno per una riduzione dei costi della macchina pubblica, dal livello nazionale fino a tutti i livelli locali, affinchè il "pubblico" possa costare meno, migliorando nel contempo in termini di efficienza.

In tal senso non vi sono "pregiudiziali".
Ma con la stessa chiarezza dobbiamo dire "NO" a facili "semplificazioni" che - magari a scopo demagogico, in una chiave elettorale "giocata" su una sola parte della Regione - conducano ad affrontare in maniera solo apparentemente "decisionistica", e in realtà frettolosa e azzardata, questioni viceversa "pesanti" e complesse, con il serio rischio di produrre gravi conseguenze sui bisogni e sugli interessi concreti di tutti i cittadini di questa Provincia".

"E ciò vale per l'ATER, come - ha ribadito Cosolini - per enti di massimo interesse quali l'A.S.S. e l'Erdisu.

A questi livelli di rilevanza non possiamo accettare che ci vengano propinate ricette preconfezionate senza che venga condotta alcuna preventiva, seria, accurata analisi sugli effetti di tale "medicina".
Anche perché gli effetti della "cura" ricadranno in primo luogo sulla gente."

"In tal senso, nel dichiararci aperti a ogni discussione, e distanti da ogni questione campanilistica che non ci è consona e non ci appartiene, - ha affermato Cosolini - dobbiamo però richiedere con forza, come Amministratori della città di Trieste, capoluogo regionale con 200 mila abitanti (ovvero più del doppio di ogni altra località di questa Regione!), che venga urgentemente convocato un "tavolo" con tutte le Amministrazioni interessate; un tavolo anche "tecnico", dove noi possiamo partecipare con i nostri tecnici ed esperti, e dove poter svolgere in una chiave di serietà tutti i necessari approfondimenti.

E ciò per evitare che una apparente riduzione di costi oggi, significhi invece un manifestarsi domani di gravi costi sociali, e di conseguenza anche finanziari, sulle comunità e sulle Amministrazioni colpite."

"Siamo disponibili dunque, a discutere e ad approfondire.
Ma se invece questa nostra richiesta sarà ignorata - ha concluso il Sindaco Cosolini - e si preferirà procedere con una pseudo-riforma abborracciata e frettolosa, legata alle prossime scadenze elettorali regionali, allora i vertici della Regione sappiano che troveremo tutti i modi, tecnici e giuridici, e di pubblica mobilitazione della cittadinanza, per opporci e difendere gli interessi di questa città."

Sono seguiti gli interventi degli Assessori alle Politiche Sociali Laura Famulari e alla Pianificazione Urbana e Politiche per la casa Elena Marchigiani che hanno comunemente rimarcato l'importanza peculiare della presenza e dell'azione dell'ATER nella provincia di Trieste, anche confrontandola con la ben diversa situazione delle altre zone della regione.

Gli alloggi gestiti da Ater a Trieste - hanno ricordato - sono 12.587, pari al 44% degli alloggi in affitto e al 10% del totale di tutti gli alloggi presenti sul territorio provinciale.

Negli altri capoluoghi regionali l'incidenza del patrimonio residenziale pubblico è tutt'altra cosa: a fronte del 7% a Gorizia, a Udine si raggiunge solo il 3,5% e a Pordenone il 3%.

Negli alloggi gestiti dall'Ater di Trieste risultano presenti, al 31.12.2010, 20.159 inquilini, distribuiti in 10.785 nuclei familiari, che rappresentano il 9% della popolazione degli abitanti della provincia di Trieste e il 36% dei residenti in affitto.

Queste cifre fanno bene comprendere come la presenza di Ater e la continuità del suo operare a stretto contatto con il territorio nell'ambito dell'edilizia sovvenzionata rappresentino un'importante risorsa e un grande supporto per il sistema del welfare nella nostra città.

Il Comune da anni riconosce questo ruolo, collaborando con Ater allo svolgimento di tali fondamentali funzioni: a oggi, circa 660 alloggi comunali destinati a sfrattati sono gestiti da Ater, ma molte altre sono le funzioni espletate in maniera coordinata dal Comune e dall'Azienda per dare risposta alle esigenze abitative di larga parte della popolazione triestina.

Le domande presentate a Ater permangono costanti e numerose (circa 4.000), a dimostrazione di come la domanda di edilizia residenziale pubblica rimanga tra le più forti in città.

Importante è inoltre la ricaduta dell'attività di Ater sul sistema economico cittadino-provinciale.

Solo nel 2010 Ater Trieste ha effettuato spese per interventi edilizi e per manutenzioni per un importo complessivo di ? 40.171.000,00, di cui ben il 62% corrisposto a fornitori residenti in provincia.

"A fronte di questi dati e condizioni - hanno ribadito la Marchigiani e la Famulari - il Comune di Trieste esprime la propria ferma contrarietà alla riforma del sistema Ater prospettata dalla Giunta regionale e dall'Assessore alle Infrastrutture e ai Lavori pubblici Riccardo Riccardi.

Una riforma -che si dovrebbe tradurre nella creazione di un unico ente regionale al posto degli attuali cinque- che fa seguito ai tagli consistenti già attuati negli ultimi anni dalla Giunta Tondo ai finanziamenti destinati alle Ater, le cui ripercussioni sulla stasi dell'attività di edilizia sovvenzionata pesano ancor più gravemente in situazioni - come quella triestina - in cui a Ater è riconosciuto un ruolo cardine in questo settore."

"Dopo la netta contrarietà all'annunciata riforma già espressa dai Consigli circoscrizionali, comunale e provinciale di Trieste, il Comune di Trieste - hanno concluso le due componenti della Giunta Cosolini - torna a ribadire la propria posizione critica nei confronti di una decisione che reputa priva di un serio fondamento di valutazione in merito a convenienza economica, concreta fattibilità tecnica, nonché ricaduta sociale anche in termini di efficacia ed efficienza del servizio."

"Una decisione che proprio sul contesto triestino - per la consistenza particolare del locale patrimonio Ater - potrà avere le ripercussioni più rilevanti anche in termini di patrimonio abitativo disponibile e in una situazione socio-abitativa che già oggi conosce una fortissima criticità che va a colpire le fasce più deboli ma anche quelle medie della popolazione" ha detto in particolare l'Assessore alle Politiche Sociali Laura Famulari, che ha anche manifestato "l'apprezzamento per le dimissioni rassegnate per giusta protesta dal Presidente dell'ATER di Trieste Rocco Lobianco".

"A fronte della costituzione di un'Azienda unica - hanno concluso la Famulari e la Marchigiani -, ci si chiede infatti se e come verrà garantita una distribuzione delle risorse e dei servizi effettivamente commisurata alla domanda locale, nonché a una disponibilità patrimoniale che vede la massima concentrazione proprio a Trieste.

Il rischio è infatti che i proventi dell'alienazione di un patrimonio di case e servizi costruito in più di un secolo di storia vengano redistribuiti sull'intera regione, in nome di una falsa equità mai sufficientemente commisurata ai contesti locali.

A questo del resto le politiche regionali ci hanno abituato e questo è, purtroppo, quello che temiamo di ottenere "in cambio" di Ater."

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