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Cronaca

"Fate qualcosa prima che il sistema collassi": è allarme sanità, 350 sanitari scrivono a Fedriga

La lettera, firmata dal dottor Alberto Peratoner in veste di loro rappresentante, è stata sottoscritta da oltre 300 tra anestesisti e rianimatori del Friuli Venezia Giulia

Il sistema è vicino al collasso totale, bisogna intervenire prima che sia troppo tardi. E' questo in sintesi il senso del lunghissimo sfogo, nei confronti della classe dirigente del Friuli Venezia Giulia, diffuso oggi 9 novembre dal dottor Alberto Peratoner, numero uno dell'Associazione Anestesisti Rianimatori Ospedalieri Italiani regionale, nonché direttore del 118. Indirizzato in particolar modo al governatore Massimiliano Fedriga e al suo vice Riccardo Riccardi, il testo rappresenta l'ufficiale presa di posizione di 350 professionisti del settore sanitario (anestesisti rianimatori, ma anche medici e appartenenti del Pronto Soccorso ndr) preoccupati per l'attuale situazione sempre più simile ad "un'onda d'urto non sostenibile".  

Pronto Soccorso al collasso

Le notizie che arrivano dai reparti di Pronto Soccorso della regione intenti a lavorare "senza sosta con un numero inimmaginabile di accessi di pazienti COVID-19, oltre che con la solita casistica di pazienti per ogni altra patologia possibile" aggiungono un carico emotivo e di lavoro difficilmente smaltibile. E servirebbe a poco, evidentemente, il richiamo della politica alla condivisione e all'unità, visto che, sempre secondo Peratoner, le strutture ormai "non sono in grado di poter dare adeguato ricovero a ciascun paziente per l’assenza totale di posti letto COVID-19 dedicati".

I sacrifici non ripagati: da eroi a pazzi allarmisti

Ci sono operatori stremati che lavorano quotidianamente in un'atmosfera riconducibile a quella "di un ospedale di guerra dove le risorse disponibili sono decisamente e pericolosamente inferiori alle richieste subentranti". La rabbia poi lascia spazio all'analisi dei numeri, elemento messo in forte discussione. Se durante la prima ondata l'incertezza regnava sovrana e gli stessi dati sanitari faticavano ad uscire da quel limbo di dubbi legittimi, ora, secondo il vertice regionale dell'AAROI, Fedriga e Riccardi dovrebbero finirla di "fornire alla stampa e ai cittadini numeri suggestivi, eclatanti, confusi, confondenti e non reali. I numeri veri sono solo quelli di moltissimi pazienti, non più solo anziani". 

L'Azienda smentisce, ma per Fedriga la lettera è seria

La questione delle Terapie Intensive

"Le Terapie Intensive - continua Peratoner - sono completamente sature perché oggi in regione i 45 posti letto dedicati alla patologia COVID-19 sono occupati da 45 pazienti critici gravissimi. I posti letto di terapia intensiva come pure quelli di terapia semi intensiva non sono quelli che corrispondono ai letti, ai ventilatori ed ai monitor, ma i posti letto di terapia intensiva per essere chiamati tali ed essere realmente effettivi sono quelli che prevedono la presenza fissa 24 ore su 24 di medici ed infermieri specializzati in questo ambito in numero adeguato come previsto da standard nazionali ed internazionali".

Il punto critico? L'assenza di personale

Il virus circola e, nonostante il possibile sollievo prodotto dalla notizia odierna dell'efficacia al 90 per cento del vaccino della Pfizfer, lo fa in maniera così rapida da rendere necessari, secondo Peratoner "altri 45 posti letto intensivi". Tuttavia, il problema più grande è rappresentato dall'assenza di personale. "Personale adeguato e preparato per aprirli non c’è e non ci sarà a breve e questo è il vero problema oggi". Il cortocircuito, sempre secondo il direttore del 118, proviene da "errate programmazioni nazionali e regionali, da miopi politiche di investimento ed assunzione sul personale, e da inadeguati preventivi piani pandemici".

Basta aperitivi

Le Terapie Intensive e le Semi Intensive CoViD-19 non sarebbero, quindi, rispettivamente 175 e 100. Quel numero di posti rimarrebbe unicamente in quella sorta di universo parallelo, divenuto oggetto e prerogativa soprattutto dei "moderati qualunquisti, negazionisti, complottisti e laureati su Facebook". Da eroi a "pazzi allarmisti" il passo è tanto breve quanto triste. "I nostri politici - continua Peratoner - non riescono a capire che finchè verrà concesso l’aperitivo di massa in piazza San Giacomo a Udine o in via Torino a Trieste, a nulla serviranno altri 45 posti di Terapia Intensiva e a nulla servirà riconvertire interi reparti ospedalieri in degenze per malati COVID-19".

Giallo-arancio-rosso: una farsa

L'Italia a colori viene definita una "farsa", mentre l'unica certezza, a livello di rallentamento dei contagi e abbassamento della curva, è stata data dal lockdown di marzo. "Non è una scelta facile lo sappiamo, sarebbe una sconfitta sociale ed economica ma non c’è più tempo se vogliamo salvare molte vite umane e il nostro sistema sanitario regionale da un collasso annunciato, è necessario prendere delle decisioni impopolari per proteggere la nostra comunità, i nostri padri ma anche noi stessi. Se cominciamo ad ammalarci anche noi poi si morirà anche di patologie curabili e sarà una sconfitta globale".

Il lunghissimo sfogo

La politica peccherebbe inoltre di una mancanza di comunicazione, quindi, o preferirebbe diffondere o non diffondere informazioni a seconda dell'interesse elettorale. "Spiegate e fate capire bene a tutti, la situazione in cui siamo e in cui lavoriamo, fate capire che il sistema può reggere solo fino ad un certo punto, fate capire che non è deontologicamente, umanamente e costituzionalmente ammissibile non poter dare una risposta in termini di trattamento e ricovero ai nostri pazienti, fate capire che non vogliamo arrivare alle code chilometriche di ambulanze in fila davanti ai Pronto Soccorso in attesa di barelle, bombole di ossigeno e posti letto,  che non vogliamo arrivare alla chiusura di Pronto Soccorsi e Ospedali, che non vogliamo  dover mettere i malati COVID-19 insieme ad altri malati non COVID-19 perché non vi sono altre soluzioni, che non vogliamo arrivare alla trasformazione di chiese e palestre in improvvisati ospedali/lazzareti, che non vogliamo interrompere o allungare i già lunghissimi tempi di attesa per la diagnostica e il trattamento delle patologie oncologiche e che non vogliamo vedere ogni giorno lunghi necrologi sui giornali locali ed essere poi magari tra qualche anno chiamati in causa per l’inefficienza e l’impreparazione di questo sistema. La nostra sanità regionale deve rimanere di altissimo livello e deve dare risposte adeguate ed all’altezza di sempre". 

Vi supporteremo solo con l'evidenza di un progetto preciso

Insomma, secondo Peratoner, il tempo delle titubanze e delle "diplomatiche e circostanziali rassicurazioni" è finito. "La situazione attuale è grave ed è tempo di decisioni e di atti concreti in grado di interrompere questa pericolosa china. Noi ci siamo e vi supporteremo ma solo con l’evidenza che dietro ci sia un’idea chiara ed un progetto preciso in grado di incidere su questa pandemia a tutti i livelli e che sia chiaro che oggi non ci bastano monitor e ventilatori meccanici, ma ci serve in primis la collaborazione e la coscienza civica di tutti nel rispetto di quello che la scienza dice ed ha dimostrato a costo di rinunce pesanti e costi elevati". 

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