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Covid, Asugi: "Attività chirurgica ridotta del 40%, preoccupazione per le prossime settimane”

Longanesi: “350 operatori assenti per positività o sospensione, personale manca nonostante concorsi e avvisi. Atteso aumento contagi nelle settimane dopo le feste”. Peratoner: “Pronto soccorso in sofferenza, cure non sostituiscono vaccino”

“Le sale operatorie sono attive per il 60% della loro potenzialità. Andiamo per priorità: prima i pazienti con urgenze, chi ha tumori, le classi chirurgiche e il pronto soccorso. Siamo preoccupati per questa settimana e quella dopo, le settimane seguenti le festività, in cui noi registriamo di solito un impatto notevole della pandemia”. Lo ha dichiarato a margine di una conferenza stampa sulle vaccinazioni in ambiente protetto il direttore sanitario di Asugi Andrea Longanesi, riferendosi all’emergenza Covid che sta mettendo a dura prove il sistema sanitario, costretto a ‘sacrificare’ temporaneamente le

“La situazione è difficile – spiega Longanesi -, al momento abbiamo 150 assenti solo per positività e altri 200 tra sospensioni e differimenti di vaccinazioni, oltre alle assenze ‘ordinarie’. A questo si aggiunge la preesistente carenza di personale, noi continuiamo a mandare avvisi e concorsi ma il personale non c’è”. L’esponente dell’azienda sanitaria conferma tuttavia che questa ondata sta portando un alto numero di contagi ma che, grazie al vaccino, ha una minor incidenza di ricoveri in proporzione ai nuovi casi.

Per il direttore del 118 Alberto Peratoner, la riduzione dell’attività chirurgica “è un grave prezzo da pagare ma è funzionale a ricavare personale che non c’è. Siamo impegnati su più fronti: pronto soccorso, 118, rianimazioni e anche le vaccinazioni protette. Il pronto soccorso, il front line più sottoposto a stress e impegno lavorativo sia per l’ambito Covid che per quello ordinario, gli specialisti sono pochi e cerchiamo di farci in quattro con grande abnegazione come sempre”.

Peratoner spiega inoltre che le nuove cure farmacologiche a disposizione, come il nuovo farmaco antivirale e gli anticorpi monoclonali, “sono soluzioni che hanno ancora un bassissimo impatto perché devono essere fatte in fase precoce in una fascia di popolazione selezionata, quindi non hanno lo stesso potere dei vaccini al momento”.

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