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Cronaca

"E' solo una raccomandazione", i supermercati non misurano la febbre ai clienti

Il punto 6 del testo firmato dal governatore Massimiliano Fedriga raccomanda la rilevazione della temperatura a personale dipendente e agli acquirenti ma a Trieste quasi nessuno lo fa. Tra le farmacie il discorso è leggermente diverso

La misurazione della temperatura ai clienti e ai dipendenti dei supermercati è solamente una raccomandazione e, nonostante sia parte integrante dell’ordinanza numero 10 firmata dal presidente del Friuli Venezia Giulia Massimiliano Fedriga ieri 13 aprile, a Trieste non ha sortito alcun effetto. Questa mattina e per tutto l’arco della giornata, la situazione registrata in prossimità degli esercizi commerciali è quella manifestata dalla totale assenza di termometri, visto che l’obbligo non sussiste.

Cosa dice l'ordinanza, ecco il testo integrale

L'ordinanza e il punto in cui c'è la raccomandazione

Al punto 6 del testo infatti si legge la raccomandazione, per “i gestori degli ipermercati, supermercati, discount di alimentari e farmacie”, di rilevare “mediante idonee strumentazioni” la “temperatura corporea dei clienti, oltre che del personale prima del loro accesso”. Un’operazione che, come affermato da diversi direttori di supermercati a Trieste, “non abbiamo messo in atto, visto che non c’è l’obbligo”.

La risposta dei supermercati

A questa situazione vanno ad aggiungersi i commenti sia dei clienti che degli stessi direttori. Se ci fosse stato l’obbligo, la Regione avrebbe dovuto fornire gli strumenti per poter far rispettare il punto dell’ordinanza, questa in sintesi l’opinione diffusa tra i vertici dei supermercati. Nel testo (in cui si menzionano anche le farmacie ndr) si legge inoltre che “a seguito del rilievo di temperatura corporea uguale o superiore a 37,5 gradi, deve conseguire l’inibizione all’accesso all’attività con invito a ritornare alla propria abitazione, contattando il medico curante per le indicazioni del caso”.  

E nelle farmacie?

La situazione cambia con le farmacie. Alcune lo fanno a tutti, alcune solo al personale dipendente, altre invece non ritenendolo un obbligo non lo fanno. Ma la sensibilità da prima linea produce anche un commento che ha a che fare con la comprensione del momento: “Se mi si dice di dover rispettare la distanza di almeno un metro e contemporaneamente mi si raccomanda di rilevare la temperatura al cliente, come faccio ad incastrare le due operazioni?” così dalla Madonna del Mare che tuttavia nei momenti di minor afflusso è riuscita a misurare la temperatura ai clienti.

Se non è obbligatorio non si fa

In via dell’Istria la farmacia alla Maddalena ha ordinato alcuni termometri in grado di misurare la temperatura alla distanza di un metro e mezzo. “Al momento la facciamo sempre sui dipendenti e quando arriveranno gli altri strumenti allora lo faremo anche sui clienti”. Ci sono tuttavia delle difficoltà oggettive anche per i farmacisti che hanno “lamentato” (pur non essendoci nessun obbligo, va sottolineato ndr) la mancanza di preavviso. “Per poterci uniformare avremmo avuto bisogno di almeno una settimana di tempo, così è veramente difficile”. Infine, ci sono altre farmacie che non stanno misurando la temperatura. “Ci sono già le mascherine, il gel igienizzante per le mani e altre disposizioni. Se la misurazione non è un obbligo, per il momento non la facciamo. Se lo diventerà, allora ci adegueremo”. 

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