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La denuncia

"Clima punitivo, muffa nei bagni e presunti favori agli esami", il sindacato accusa la Scuola di polizia

E' durissima la lettera che il sindacato Coisp ha inviato al Capo della polizia, prefetto Lamberto Giannini, in merito alla gestione della struttura di via Damiano Chiesa. Si parla di "vessazioni e disagi di assoluta gravità". La Scuola non ha voluto rilasciare dichiarazioni. L'ambiente "caldo" dal punto di vista sindacale

"Vessazioni", presunti favori in occasione delle "prove teoriche di esame", un clima "punitivo" e disagi di "assoluta gravità". La lettera che il segretario generale del Coisp Domenico Pianese ha inviato al Capo della polizia Lamberto Giannini non usa mezzi termini per denunciare lo "stato di incuria e abbandono" in cui verserebbe la scuola allievi agenti di via Damiano Chiesa, a Trieste. Un testo, quello redatto dal sindacato che non è piaciuto ai vertici della questura giuliana, né alla direttrice della struttura, Maria Giulia Barbosio. "A partire dal 28 di febbraio - così il sindacato - avrà inizio la fase residenziale del 216° corso (con 248 aspiranti allievi) e Trieste pare non verrà impegnata". 

Secondo alcune indiscrezioni, dal punto di vista sindacale l'ambiente della scuola di polizia sarebbe "molto caldo". Il motivo dell'azione risiede in alcune precise denunce fatte dal sindacato. "Numerosi locali riservati agli Allievi versano in uno stato di incuria e abbandono - queste le parole del sindacato -. Si registra il cedimento di alcuni pannelli del controsoffitto dei bagni con conseguente caduta dei detriti all’interno dei piatti doccia e pareti ricoperte da muffa. Ancora all’interno dei bagni vi sono infissi rotti e sistemati in maniera posticcia con delle viti che ne impediscono l’apertura per l’aerazione dei locali, nonché la fuoriuscita costante e ininterrotta di acqua dagli scarichi dei sanitari. Vi sono pure perdite dai tubi dell’impianto di riscaldamento con infiltrazioni d’acqua che determinano il distacco della pittura dai muri".

Parole che si accompagnano ad altri fatti. Secondo il sindacato gli allievi agenti in quarantena si sarebbero trovati "costretti il più delle volte a consumare dei pasti freddi su una sedia in quanto sprovvisti di ulteriore appoggio. Per non parlare di lenzuola e asciugamani, cambiati ogni 15 giorni e spesso restituiti stropicciati, strappati, sporchi e di cattivo odore. Insomma, una gestione che fa davvero acqua da tutte le parti". Parole dure che danno un'immagine più vicina alle caserme di molti decenni fa, piuttosto che a strutture al passo con i tempi. "La modalità di gestione deve profondamente cambiare da subito" continua il sindacato che chiede "un approfondito accertamento della verità" e di segnalare "il ruolo dell'Ispettorato Scuole che appare preda di una confusione gestionale mai vista prima". 

Contattata da TriestePrima, la Scuola non ha rilasciato alcuna dichiarazione. 

La redazione rimane a disposizione per eventuali repliche. 

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