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Cronaca

Diabete nei giovani: incontro formativo per il personale scolastico

Purtroppo la patologia, che interessa un totale di circa 20 mila minori in tutta Italia, sembra conoscere un incremento, con 302 nuovi casi in Regione fra il 2010 e il 2013

"Diabete, scuola e famiglia, cosa saper riconoscere... cosa fare..." è il titolo di un incontro formativo per il personale scolastico che si svolgerà questo venerdì, 19 maggio, dalle ore 15.30 alle 17.30, nella sede del MIB al Ferdinandeo (largo Caduti di Nassiriya 1). Di fronte all'insorgere del diabete in un bambino risulta indispensabile uno stretto rapporto tra genitori, educatori e, naturalmente, operatori sanitari e di supporto psicologico, un tema a cui sarà dedicato questo evento. I promotori dell'iniziativa sono: "INSU' – sezione di Trieste dell'Associazione Giovani Diabetici", in co-organizzazione con il Comune di Trieste-Assessorato Scuola e Educazione e con il patrocinio dell'Istituto “Burlo Garofolo”.

Essendo evidente come proprio nelle scuole i bambini passino gran parte del loro tempo giornaliero e consumino diversi pasti o colazioni e quindi siano gli educatori i primi “captatori” - al pari o forse ancor più degli stessi genitori - di segnali anomali, indicanti una possibile patologia; innanzitutto da “saper riconoscere” e quindi, se confermata dai medici, da saper successivamente gestire adeguatamente anche a scuola, anche in classe. 

Si sta parlando – va precisato – del diabete mellito “di tipo 1” ovvero non del diabete più diffuso in età adulta (il “tipo 2”) che si può contrarre nel corso degli anni, anche per cattive abitudini di vita (sedentarietà, stress, disequilibri alimentari), ma di una patologia autoimmune, di cui non sono ancora ben note le cause, che porta degli auto-anticorpi ad attaccare, non riconoscendole, le cellule che nel pancreas sono deputate alla produzione dell'insulina, regolatrice del glucosio, così provocandone l'eccesso, ovvero l'iperglicemia. Patologia che purtroppo colpisce principalmente proprio i bambini e gli adolescenti e che può insorgere anche fin dalla primissima infanzia, anche senza segnali premonitori che non siano quelli, ormai già evidenti dell'esordio della malattia, dell'aumento delle urine, aumento della sensazione di sete, calo di peso improvviso e mancanza di energie (per il mancato trattenimento delle sostanze nutritive). Ed essendo evidentemente molto importante il più rapido possibile riconoscimento della malattia per poter intervenire tempestivamente a livello medico – quasi sempre è necessario un  ricovero ospedaliero in fase iniziale, di circa 10 giorni, per poter ben definire il livello della patologia, riequilibrare le funzioni del piccolo paziente e “calibrare” al meglio le future cure -, ecco l'esigenza di disporre anche nelle sedi scolastiche di personale sensibilizzato e “allertato” sul tema.

Non potrà peraltro venir neppure trascurata la “gestione” successiva della situazione, sia per l'impatto della notizia, certo non piacevole, a livello genitoriale sia per abituare – nel modo più “lieve” e simpatico possibile – i bambini e i ragazzi stessi ad accettare quella che dovrà essere per loro una prassi quotidiana di controllo della glicemia, scelte alimentari attente e necessarie somministrazioni di insulina; oltre che – ancora una volta – per preparare il personale scolastico ad “accompagnare” ed essere vicini a questi scolari in quelle che dovranno essere le loro nuove esigenze quotidiane.

Per tutti questi motivi, l'incontro di venerdì al MIB vedrà quali relatrici principali una specialista diabetologa, la dottoressa Elena Faleschini del “Burlo Garofolo”, ma anche un'esperta psicologa quale la dottoressa Martina Earle dell'Associazione Giovani Diabetici “INSU'”.L'intera iniziativa è stata presentata oggi in Municipio con una conferenza stampa cui hanno partecipato l'Assessore comunale alla Scuola e Educazione Angela Brandi, la presidente di “Insù – Associazione Giovani Diabetici” di Trieste Elisabetta Giorgiutti e la stessa psicologa Martina Earle.

L'Assessore Brandi, esprimendo pieno appoggio a questa nuova importante “azione” dell'associazione “Insu'”da alcuni anni impegnata nella promozione della salute e della qualità della vita dei giovanissimi, ha sottolineato come «essa si inquadri pienamente nella direzione di tutela, difesa e garanzia dei diritti dei bambini e dei ragazzi costantemente perseguita dall'Amministrazione. E ciò in un quadro che vede la necessità di promuovere e sostenere una più ampia cultura dell'infanzia e dell'adolescenza, dagli asili nido alla scuola superiore».

La presidente Giorgiutti dal canto suo ha ricordato la finalità “essenziale” dell'Associazione Giovani Diabetici, sorta a Trieste nel 2014, ovvero «quella di favorire un giusto approccio e gestione della patologia nella quotidianità, nei servizi educativi come negli ambiti sportivi o altri ancora, per garantire un sereno inserimento dei piccoli interessati dalla malattia, coinvolgendo e unendo le loro famiglie in uno sforzo e in esperienze comuni, per meglio conoscere, 'capire il diabete', accettarlo e affrontarlo assieme e conviverci nel modo più sereno possibile. E per dire a tutti che il diabete non può e non deve limitare la crescita umana dei nostri figli».

«In tal senso – ha proseguito Giorgiutti - l'Associazione Giovani Diabetici, in collaborazione con i medici diabetologi, organizza anche campi scuola e attività nel tempo libero – affinchè i ragazzi imparino assieme la gestione degli strumenti di misurazione e per l'infusione dell'insulina -, percorsi formativi e di sostegno per i genitori, giornate di formazione – come appunto quella di venerdì – per gli educatori. Attualmente “Insù-ASD” segue direttamente circa 40 famiglie del nostro territorio, in un quadro in cui purtroppo – ha concluso – la patologia (che interessa un totale di circa 20 mila minori in tutta Italia) sembra conoscere un incremento, con 302 nuovi casi in Regione fra il 2010 e il 2013 e 10 nuovi casi nell'ultimo semestre solo nella nostra area di riferimento, cioè nelle provincie di Trieste e Gorizia».

Infine, la dottoressa Martina Earle, nel “presentare” il simpatico orsacchiotto Lino, ha sottolineato l'importanza assoluta dell'elemento psicologico, e quindi anche dei possibili giochi e supporti ludici per affrontare il problema in particolare con i bambini più piccoli, specialmente per abituarli alle quotidiane punture di controllo o alle infusioni di insulina. In tal senso “Lino” non è solo un elemento collaterale, ma diventa un “personaggio” importante e prezioso, dotato com'è di cerchi e punti diversamente colorati per indicare i luoghi del corpo e mimare le diverse e certo non benvenute punzecchiature reali; ma che, in sua compagnia, forse faranno un po' meno male...
Per la partecipazione del personale scolastico all'incontro di venerdì al MIB è necessario iscriversi scrivendo all'indirizzo di posta: scuola.insu.ts@gmail.com.
 

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