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Cronaca

Domani 11/10 alle 9:00 Corteo Studentesco. Il Percorso e le Ragioni

Il percorso (comunicato alla Questura): p.zza Goldoni, Carducci, Oberdan, Ghega, p.zza Libertà, Cavour, p.zza Unità.Le ragioni (tratto dal profilo fb unione degli studenti del fvg):Un anno fa abbiamo fermato il pdl Aprea, scendendo in piazza in...

Il percorso (comunicato alla Questura): p.zza Goldoni, Carducci, Oberdan, Ghega, p.zza Libertà, Cavour, p.zza Unità.

Le ragioni (tratto dal profilo fb unione degli studenti del fvg):
Un anno fa abbiamo fermato il pdl Aprea, scendendo in piazza in tutta Italia, in tanti, in moltissime città, abbiamo urlato il nostro no alla privatizzazione delle scuole.
Siamo studenti che non vogliono una scuola classista, repressiva, povera, nozionistica.

Siamo persone che non accettano di vivere scuole che crollano a pezzi, di dover pagare per poter studiare, di essere sfruttate durante gli stage.

La nostra lotta non è finita.

Scendiamo in piazza l'11 ottobre perchè vogliamo

- DIRE NO AI FINANZIAMENTI ALLE SCUOLE PARITARIE: la scuola pubblica a Trieste ed in Italia è disastrosa, ma nonostante questo per le scuole paritarie continuano a essere stanziati moltissimi fondi.
La scuola pubblica, decadente, si ritrova a dover far spazio alle scuole paritarie, accessibili solo a chi ha i fondi per potersele permettere.

- SPAZI STUDENTESCHI: nella città di Trieste non esistono spazi dove noi studenti possiamo incontrarci, discutere, divertirci.
Le aule autogestite nelle scuole, come degli spazi all'esterno di esse, sono necessari.
Neanche una scuola a Trieste possiede un aula autogestita nonostante essa sia un esigenza che noi studenti sentiamo. All'esterno delle scuole, la situazione è la stessa: scarseggiano gli spazi dove noi studenti possiamo ritrovarci e divertirci.

- DIRITTO ALLO STUDIO:
L'accesso alla cultura deve essere garantito a tutti gli studenti a prescindere dal reddito.
Si ergono sempre nuove barriere di accesso ai saperi: dalla contribuzione "volontaria" al costo dei libri, dall'assenza di fondi per le borse di studio ai costi sempre più alti dei canali informali di apprendimento (cinema, teatro, cd, dvd).
Questi dati sono la prova di una scuola sempre più costosa ed escludente e sono legati ad assenze strutturali: non esiste una Legge Nazionale sul Diritto allo Studio che stabilisca le agevolazioni per gli studenti che ogni regione dovrebbe fornire sul proprio territorio, e in Friuli Venezia Giulia manca anche una legge regionale su diritto allo studio come quella proposta da noi studenti alla regione nel 2009.

- DIRE NO AGLI INVALSI:
no alle prove INVALSI, che dividerebbero tra scuole di serie A e di serie B la scuola pubblica e renderebbero nozionistica la didattica.
Gli INVALSI, infatti, sono prove che portano a considerare la scuola non più un luogo fondamentale di crescita dell'individuo, ma solo un diplomificio dove l'unico obiettivo è la preparazione al mondo del lavoro.

-FINANZIAMENTI PER L'EDILIZIA SCOLASTICA: le scuole di Trieste sono tra le peggiori scuole d'Italia, ogni anno si hanno crolli e cedimenti. Nell'anno scolastico appena passato, si sono verificati più crolli: prima al Nautico, dove è caduto un cornicione ferendo un ragazzo, poi è stata la volta dell'Oberdan, dove una finestra è caduta sulla spalla di una ragazza, poi ancora la scuola media Fonda Savio. Quanto ancora dovremo aspettare prima di poter vivere al sicuro nelle nostre scuole? Non si può morire a scuola!!

- DIRE NO ALLA REPRESSIONE:
badge, sistemi di telecamere, registri elettronici: sempre di più la scuola è un luogo repressivo e autoritario, invece che luogo di critica e confronto.
Nelle scuole di Trieste, infatti, tra pochi mesi entreranno in funzione i registri elettronici, sistemi che permetteranno alle famiglie di poter visualizzare i voti e le assenze del figlio direttamente da casa.
Questa è solo l'ultima di una serie di interventi nelle scuole che mirano precisamente a una cosa: trasformare la scuola in un luogo repressivo, dove ogni studente è messo nell'ottica che ogni sua mossa può essere individuata, giudicata, punita.

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