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Il giro di droga / Altopiano Carsico

Narcos sloveno assassinato con dieci coltellate, dietro l'omicidio un grosso giro di coca

Il grave fatto di sangue è avvenuto all'inizio del mese di aprile nei pressi di Stanjel, sul Carso sloveno. Negli ultimi giorni un triestino è stato prima arrestato, poi rilasciato per insufficienza di prove. Nell'ombra c'è il traffico di stupefacenti alle spalle di Trieste. Come sono andate le cose

TRIESTE - C’è il traffico di droga tra l’Italia e la Slovenia dietro all’omicidio di Dario Grmek, il cinquantasettenne sloveno assassinato un mese fa nella cucina della casa dove viveva, in località Kobjeglava. L’uomo è stato pugnalato almeno dieci volte. Subito dopo averlo ucciso, chi ha commesso il fatto ha anche tentato di cancellare le tracce, dando fuoco al corpo. Il cadavere, infatti, è stato ritrovato parzialmente carbonizzato. Che tra la città di Trieste e le sue retrovie ci sia un viavai di pesci più o meno piccoli è fatto noto. Qui non ci sono valichi di frontiera da attraversare e a casa del Grmek, soprattutto in tarda serata, i residenti hanno fatto sapere di aver notato numerose targhe italiane. Acquirenti e, con ogni probabilità, una rete di spacciatori che riforniscono la piazza oltre confine.

Il traffico di droga in Slovenia

Un giro d’affari che in Slovenia si è consolidato in maniera significativa e che ha coinvolto anche il nostro territorio. Negli ultimi mesi e soprattutto per quanto riguarda lo spaccio di marijuana, tra trafficanti del Carso sono andati in scena una serie di regolamenti di conti non indifferenti. A rompere le uova nel paniere dei narcos nostrani ci hanno pensato la Polizia Locale di Trieste e i Carabinieri della stazione di Aurisina che hanno messo a segno una serie di arresti decisivi dal punto di vista della gestione dello spaccio. Inoltre, una volta scattate le manette, alcuni spacciatori avrebbero iniziato a parlare, con le confessioni motore di una vera e propria spirale di ritorsioni e vendette.

Sospettati alcuni triestini

La partita – nonostante ufficialmente non si possa parlare di una vera e propria organizzazione – è quella della gestione di una piazza da migliaia di consumatori, una zona che mette assieme il capoluogo del Friuli Venezia Giulia e la zona del Monfalconese. Nell’attività che indaga sull’omicidio del Grmek è stato arrestato un triestino ultracinquantenne e residente in Carso. Poi, subito dopo, la polizia slovena è stata costretta a rilasciarlo per insufficienza di prove. Secondo alcune indiscrezioni – non pienamente confermate dagli inquirenti che stanno lavorando al caso in regime di rogatoria internazionale – i sospetti ricadrebbero su alcuni triestini, ma in numero inferiore a quattro. 

Tonnellate d'erba, fucili e pistole d'oro: decapitato un giro di narcos sloveni

Gli ultimi sequestri

In casa del Grmek è stata trovata ingente quantità di stupefacente, soprattutto marijuana. La questione che coinvolge i sospettati triestini riguarderebbe invece una partita di cocaina. Grmek non era un pesce piccolo, e la sua morte potrebbe avere a che fare con la gestione della piazza di spaccio.  Solamente un mese fa un’indagine della Squadra Mobile ha portato al sequestro di oltre un chilo e mezzo di cocaina purissima, stupefacente gestito dalla criminalità albanese assieme a quella di origine nordafricana; ad inizio febbraio la polizia slovena ha chiuso un’indagine che ha portato al sequestro di 600 chili di marijuana (valore sul mercato pari a circa un milione e seicentomila euro), oltre ad un arsenale di pistole e fucili automatici provenienti dalla Bosnia. “Negli ultimi anni la presenza della droga sulla piazza di Trieste è aumentata – così una fonte di TriestePrima -, e gli assuntori sono sempre più giovani”. Sì, anche e soprattutto a due passi da piazza Unità.

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