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Giovedì, 25 Aprile 2024
Il fenomeno

La bella addormentata si è svegliata, in città è allarme cocaina

I dati citati dal prefetto Pietro Signoriello sono "datati" ma il convegno formativo organizzato all'Università ha squarciato il velo di silenzio che da troppo tempo era calato sul fenomeno. L'allarme lanciato dagli addetti ai lavori. Sul web si compra di tutto. Il problema dell'incapacità di definire gli stupefacenti presenti. Dai relatori: "Parlate della droga dello stupro, l'anno scorso sequestrati 170 litri". La droga si trova "anche nelle fogne".

TRIESTE – Non è invenzione di genitori disperati, né tantomeno le “esagerazioni” giornalistiche che poco piacciono alla classe dirigente di questa città. L’allarme cocaina a Trieste è reale. A confermare ciò che TriestePrima sostiene attraverso numerosi articoli pubblicati nel tempo, vale a dire il rifornimento massiccio e quotidiano della piazza di spaccio triestina ed un consumo “mostruoso” e "trasversale" in molte classi sociali, è l’ammissione del problema da parte degli addetti ai lavori. Nella mattinata di oggi, presso l'aula magna dell'Università degli Studi di Trieste, è andato in scena il convegno formativo dal titolo "Abuso di sostanze stupefacenti: rischi per la salute e la sicurezza". 

Il prefetto: "Tremila dosi al giorno"

E' toccato al prefetto di Trieste, Pietro Signoriello, condividere l'allarme con la numerosa platea presente. Citando dati ministeriali “vecchi” (qui l’articolo che chi scrive aveva dedicato allo studio), il commissario di governo ha affermato che nella provincia giuliana si consumano circa 3000 dosi di polvere bianca ogni giorno. Numeri da capogiro e che, se proiettati su una annualità, fanno più o meno un milione di dosi l’anno. “La droga si trova anche nelle fogne” non è solo newyorkese e cinematografica suggestione, bensì una dura realtà. L’escalation di cocaina presente nelle case – difficilmente sussiste un consumo e uno spaccio sulla strada – si traduce quindi in un deflusso anche nelle acque reflue.

La droga anche nelle fogne, ecco lo studio sulle acque reflue

Crocieristi, riders e piazza di spaccio

Dalle parti della questura si suggerisce che la presenza di molti turisti e delle navi da crociera possa contribuire al problema, ma il dato certo è che la media nazionale del consumo quotidiano di cocaina è più bassa di quella triestina. In riva all’Adriatico sono oltre 15 le dosi ogni 1000 abitanti, contro le 12 del Belpaese. Un giro di affari che trova ragion d’essere nella natura confinaria e portuale della città, ma che innesca una sempre più insistente domanda da parte dell’opinione pubblica: chi gestisce il traffico di droga a Trieste? C’è lo zampino della criminalità organizzata? E' la cocaina che proviene dal litorale istriano, quella che arriva nel porto di Capodistria? Sono la camorra e la ‘ndrangheta, come pure la mafia, a gestire il tutto, oppure è solo un luogo di transito? Cosa succede nel porto italiano con il più alto tasso di movimentazione? La rotta balcanica ha una qualche ramificazione nel mercato della droga? 

Squarciato il velo di silenzio

Secondo fonti di TriestePrima anche tra i riders c’è chi consegna la droga a domicilio. Ma il suo mercato a Trieste è cambiato. La patina scintillante di cui la città è ricoperta grazie alla martellante promozione turistica va di pari passo con una polvere che le stelle le ha viste chissà dove. Tanto bella quanto allettante, Trieste sembra il posto giusto dove fare affari in silenzio. Ma l’allarme lanciato oggi riflette un problema presente soprattutto tra i giovani. Malori improvvisi causati da sostanze “di cui non si conosce praticamente niente”, oppure tentativi più o meno goffi da parte delle istituzioni di nascondere il fenomeno, come se bastasse “un poco di zucchero" per mandare giù la pillola dell'oblio. Sono questioni complicate e che devono interessare tutta la comunità. Per questo motivo il convegno formativo di oggi - al di là del registro linguistico “non sempre alla portata di tutta la platea”, come lamentato da alcuni rappresentanti delle forze dell’ordine – ha il merito di aver squarciato per la prima volta il velo che si calava su questa città sul fronte della droga. Molte persone assumono sostanze stupefacenti soprattutto perché la droga si trova e facilmente, e non sempre perché le forze dell'ordine hanno le mani legate. 

Sulle strade

Ormai la droga si compra online, anche a due passi da piazza Unità, nei palazzi di asburgica memoria affacciati sulle piazze del borgo Teresiano. «Su internet si trova di tutto» così il colonnello della guardia di finanza, Alessandro Cavalli. Nel frattempo a Trieste è spuntato il crack. C'è un grande ritorno dell'eroina. Ma anche di ecstasy e di droghe sintetiche. Molti consumatori di cocaina vanno in giro e guidano, ma nessuno (o quasi) viene fermato e perseguito. Se sono circa 5000 le persone che ogni anno si presentano davanti alla Commissione medico legale di via del Farneto, quelli che ci finiscono portandosi dietro l’assunzione di sostanze stupefacenti sono molto pochi. «È un problema sociale – così il dottor Riccardo Bergamini, durante il suo intervento –, c’è un grande numero di persone che guida dopo aver fatto uso di sostanze, ma a fronte di questo non è previsto alcunché, come se non si volesse prendere atto che il mondo è cambiato». Trieste compresa. 

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