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Giovedì, 25 Aprile 2024
La tradizione

Quando Trieste sequestrava quintali di eroina, 40 anni di antidroga in pillole

Dal 1983 al 1989 Giuseppe Padulano creò un gruppo interforze capace di mettere a segno alcuni tra i più grandi sequestri di sempre. "Anche 200, 350 chilogrammi per volta". Nel mirino finì la criminalità organizzata turca. Breve storia di una stagione che oggi è profondamente cambiata, anche e soprattutto nei modi investigativi

TRIESTE - Nella storia della lotta al narcotraffico i grandi sequestri di droga triestini non rappresentano una novità assoluta. Nonostante l'operazione Geppo abbia portato al più grande sequestro di cocaina mai portato a termine in Italia, gli investigatori in riva all'Adriatico ricordano molto bene il periodo in cui la Squadra Mobile della questura giuliana e il Gruppo Operativo Antidroga della Guardia di finanza confiscavano ripetutamente centinaia di chilogrammi di stupefacente. Protagonista di quel periodo è stato Giuseppe Padulano, ex questore del capoluogo del Friuli Venezia Giulia e dal 1983 al 1989 aveva creato un gruppo interforze specializzato nel contrasto al traffico di droga. 

Il racconto dei sequestri degli anni '80

"In quel periodo sono stati eseguiti sequestri di portata notevole, erano gli anni dell’eroina - ricorda Padulano, raggiunto telefonicamente da TriestePrima - abbiamo sequestrato centinaia di chili". L'eroina viaggiava attraverso la penisola balcanica, veicolata dalle organizzazioni criminali turche che però facevano base tendenzialmente su Milano. "Abbiamo arrestato decine di persone. Venivano sequestrati tir e macchine con bagagliai camuffati. Quello fu il periodo con le più grosse operazioni antidroga a Trieste, arrivammo fino a 200 o 350 chili per volta”. I successi nella lotta al narcotraffico accumulati a Trieste hanno poi portato l’ex capo della Squadra mobile a ricoprire incarichi di portata nazionale, fino a diventare una figura di collegamento tra l’Italia e il Centroamerica, zona interessata dalla produzione di cocaina e marijuana. “Dopo aver lasciato Trieste ho prestato servizio a Roma - così Padulano -, nell’Interpol per cinque anni, occupandomi soprattutto di estradizioni e cattura di latitanti all’estero, poi nella direzione centrale antidroga". In seguito Padulano si trasferirà in Colombia dove per ben quattro anni andrà a ricoprirà il ruolo di rappresentante delle polizia italiana, nell'ambito della lotta al narcotraffico, per il Centro e Sud America. 

Personale altamente motivato

La lunga esperienza della Trieste sotto copertura tuttavia ha cambiato volto. L'undercover all'interno delle forze di polizia è una figura quasi in via d'estinzione, nel senso che non tutti i corpi, per legge, possono usufruire di servizi sotto copertura. La guardia di finanza sì, soprattutto per quanto riguarda il lavoro del Gruppo d'Investigazione sulla Criminalità Organizzata (detto GICO) e del GOA (Gruppo Operativo Antidroga). I tempi sono cambiati e i soldi per pagare informatori non sembrano avere più spazio nelle indagini. Nell'indagine che ha portato al sequestro di oltre quattro tonnellate di cocaina da parte dell'operazione coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Trieste gli undercover hanno svolto un ruolo fondamentale. Tre finanzieri sono riusciti ad infiltrarsi tra i narcos e ad indirizzare un carico del valore di quasi 100 milioni di euro. Insomma, non proprio un gioco da ragazzi. 

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