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Martedì, 23 Aprile 2024
Il caso

Due sorelle, già orfane di madre, vengono collocate dalla zia: “Vogliamo stare con papà”

Il tribunale per i Minorenni di Trieste accusa il padre di trascurare le bimbe e di non collaborare coi servizi sociali. L’uomo deve sobbarcarsi molti straordinari per mantenere le figlie e versare gli alimenti all’ex moglie, con cui ha avuto un’altra bambina

Due sorelle, adolescenti e orfane di madre, vengono allontanate dal padre convivente e collocate dalla zia materna: così il decreto emesso dal Tribunale  per i Minorenni di Trieste presieduto dal giudice Angela Gianelli relativamente a una famiglia residente a Trieste. Alla base della decisione, un presunto rifiuto del padre di incontrare i servizi sociali e l’accusa di aver trascurato i bisogni delle due figlie. 

Ben diverso il parere delle ragazze, sentite entrambe dal Tribunale. La figlia maggiore, in sede di audizione, aveva dichiarato: “Io sto bene anche con papà, mi diverto, mi aiuta, è un papà amico, c’è quando serve”. “Io sono stata male perchè ho penato di dover andare a vivere con mia zia” ha detto invece la sorellina.

Le due minori vanno molto bene a scuola, hanno la media dell’otto e frequentano scuole di musica come attività extrascolastica, circostanze che non farebbero per nulla pensare a una situazione di disagio familiare.

Le accuse a carico del padre parlano tuttavia di carenze nella cura delle bambine e di un’abitudine a delegare gli impegni e le questioni pratiche alla sua anziana madre, ora  malata, o alla cognata, presso cui è stato appunto disposto il collocamento e con la quale i rapporti non sarebbero buoni. La motivazione più volte citata nel decreto sembra tuttavia quella di non aver collaborato a sufficienza con i servizi sociali riguardo agli appuntamenti.

Va specificato che l’uomo, dipendente di un’azienda operante fuori Trieste, non solo mantiene le due figlie da solo ma è anche gravato dalle spese di mantenimento per un successivo matrimonio, ora finito, (da cui è nata anche un’altra bambina) e deve quindi sobbarcarsi una notevole quantità di straordinari per onorare gli impegni economici e provvedere a mantenere al meglio i due nuclei.

Ora l’attuale provvedimento prevede non solo la sospensione della responsabilità genitoriale, ma dispone anche incontri padre- figlie soltanto alla presenza di un assistente sociale. Secondo il Tribunale, inoltre, il parere espresso dalle bimbe non sarebbe rilevante, poiché gli assistenti stessi non avrebbero avuto modo di valutare adeguatamente la situazione familiare.

L’uomo e il suo legale hanno ora presentato ricorso in appello e sperano che il provvedimento, che definiscono “gravemente sproporzionato”, venga rivisto in modo che le due ragazze, già gravate dal lutto per la perdita della madre, non debbano subire anche la separazione dalla figura paterna.

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