rotate-mobile
Giovedì, 18 Aprile 2024
L'operazione

Un Grande fratello sugli investimenti: cosa c'è dietro alla piattaforma sugli appalti

Nella mattinata di oggi il Comune di Trieste ha annunciato la sua adesione ad eAppaltiFVG, portale dedicato ai privati che intendono investire sul territorio, ad esempio attraverso la compravendita di immobili presenti nel piano alienazione della giunta Dipiazza. Dietro alla "vendita" del prodotto, c'è la necessità, sollecitata dal Gruppo Interforze Antimafia, di un maggiore controllo sulle realtà che puntano ad investire risorse sul territorio. Il portale già in uso presso l'Autorità portuale da circa due anni

TRIESTE - Dietro all’adesione alla piattaforma sugli appalti che il Comune ha annunciato oggi 6 giugno c’è la necessità di esercitare un maggiore controllo sugli acquirenti, così da permettere alle forze dell’ordine di ottenere ulteriori informazioni in materia di operazioni potenzialmente sospette e a rischio infiltrazione mafiosa. L’operazione, come può raccontare TriestePrima, è inizialmente partita dal Gruppo Interforze Antimafia (di cui fanno parte i carabinieri, la guardia di finanza, la polizia di Stato e la Direzione investigativa antimafia) fin dall’ottenimento, da parte del governo italiano, dei fondi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. 

Il portale: il problema dei tanti soldi

La piattaforma si chiama eAppaltiFVG ed è realizzata da Insiel. Al momento è ancora in versione beta ed è utilizzata solo in parte dalla Regione Friuli Venezia Giulia. L’adesione dell’amministrazione Dipiazza è stata annunciata solamente oggi. L’operazione, infatti, rappresenta una “prima volta” per il Comune, che per quanto riguarda le gare era fermo alle buste. Il bisogno di un controllo stringente sulle manifestazioni di interesse si è reso necessario soprattutto dal fiume di denaro che il Pnrr ha riversato sull’Italia, Friuli Venezia Giulia e Trieste incluse. Non è un mistero che l’Antimafia abbia più volte lanciato l’allarme sui possibili interessi delle organizzazioni criminali nei confronti della nostra regione. Trieste, in tutto questo, potrebbe rappresentare una ghiotta occasione e le istituzioni hanno rizzato le antenne.   

"Garanzia di trasparenza, stop a comunicazioni verbali"

Durante la conferenza stampa con oggetto palazzo Carciotti – la cui alienazione, per svariati motivi, è al palo da anni – è stata la dirigente del Comune Lucia Tomasi a confermare che attraverso la piattaforma si possano ottenere maggiori dettagli in merito al potenziale compratore. “È una garanzia di credibilità e di trasparenza, anche perché così non ci saranno più comunicazioni verbali, telefoniche o incartamenti diversificati”. In soldoni, anche se dovesse essere il sindaco Roberto Dipiazza ad avere il contatto giusto e a condurre la trattativa, il primo cittadino dovrebbe comunque indirizzare il privato sul portale, sottolineando la necessità di registrazione e la partecipazione alla gara successiva. Il Comune entra così (meglio tardi che mai, si dirà) nella lista delle istituzioni che già aderiscono alla piattaforma. 

Un sistema che il porto conosce già molto bene

eAppaltiFvg viene già utilizzata dall’Autorità Portuale di Trieste. Il porto, inoltre, possiede un suo software capace di fornire, oltre alla visura dei processi di subappalto, anche il dato quotidiano in merito alla presenza operativa nei diversi cantieri. In questo modo, le forze dell’ordine possono avvalersi di informazioni precise soprattutto quando c’è da compiere un blitz ed interrompere, fin da subito, attività non particolarmente trasparenti. La piattaforma è una garanzia soprattutto per la stazione appaltante, oltre che un valido alleato per gli investigatori. "C'era il bisogno di snellire la procedura, ormai superata, delle buste - ha detto l'assessore ai Lavori Pubblici con delega al Patrimonio, Elisa Lodi -. Per gli investitori ora è più semplice, ed è garanzia di trasparenza". 

La frenata del Parco lineare

All’inizio del mese di maggio a Trieste era stata diffusa la notizia della frenata del cosiddetto Parco lineare di porto vecchio, con una delle aziende interessate che, secondo quanto emerso, non aveva passato le necessarie verifiche sui controlli antimafia. Una grana per il Comune, e un’incognita sui tempi non semplice da gestire. In merito all'adesione alla piattaforma annunciata questa mattina, l’assessore Lodi ha manifestato l’intenzione di estenderla “anche ad altri beni alienabili da parte del Comune”. La dirigente Lucia Tomasi ha confermato che la nuova procedura, approvata ieri 5 giugno dalla giunta Dipiazza, potrebbe riguardare “potenzialmente” anche gli immobili del porto vecchio. In effetti è proprio in quell’area che si gioca una partita decisiva non solo per il futuro della città, ma anche dal punto di vista degli appetiti e degli interessi immobiliari. 

Il sistema vi controlla

“Gli investitori – ha concluso l’assessore Lodi – potranno ricevere tutte le informazioni e le risposte relative ai quesiti dell’immobile e alla sua struttura”. Tradotto: registratevi e non provate a fare i furbi, che il sistema vi controlla. Tra i dettagli non di poco conto, c’è la manifestazione di interesse dichiarata vincolante, oltre ad uno screening preventivo che la piattaforma metterà in atto fin dall'inserimento, da parte del privato, di tutti i suoi dati. Palazzo Carciotti finirà sul portale “entro il mese di giugno”. Dopo l’avviso pubblico, si apriranno 45 giorni durante i quali verranno raccolte le manifestazioni di interesse. I rilanci saranno sulla maggiore offerta pervenuta e non potranno essere inferiori al prezzo di vendita. Insomma, la piattaforma rappresenta un importante tassello nella digitalizzazione dei rapporti tra pubblica amministrazione e privati. Con l'antimafia pronta a muovere. 

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Un Grande fratello sugli investimenti: cosa c'è dietro alla piattaforma sugli appalti

TriestePrima è in caricamento