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Cronaca

E-gov e banda larga: "Sarebbe utile una deroga al blocco delle assunzioni per chi ha competenze digitali," sostiene il vicesindaco Fabiana Martini

17.05 - Progressiva estensione dei front end telematici, gestione delle emergenze attraverso i social network ed estensione del wi-fi alle sale comunali non ancora raggiunte: questo ed altro ancora nella roadmap digitale per il 2014 della città di Trieste. E si punta molto sulla formazione dei dipendenti pubblici

Il Comune di Trieste non si è ancora dotato di una propria agenda digitale «sebbene molti progetti siano stati avviati e altri siano in programma,» spiega il vice sindaco Fabiana Martini, che aggiunge «contiamo di formalizzare questo processo entro la fine del mandato. Per il momento abbiamo, d’intesa con la Regione, scelto di dare attuazione ad alcuni punti dell’agenda nazionale, come la concentrazione dei data center e l'infrastruttura a banda larga.» Nel prossimi mesi il Comune punta a portare online altri servizi, ma il piano è molto più ampio e articolato: «puntiamo sui servizi che possono semplificare la vita ai cittadini, facendo risparmiare loro tempo e strade inutili,» annuncia il vice sindaco. Molti anche i servizi destinati alle imprese: «e grande attenzione sarà riservata anche ai servizi che rafforzano e favoriscono il dialogo e il flusso di informazioni tra l’amministrazione e i cittadini,» dice Martini. Nella partita giocheranno un ruolo di primo piano le infrastrutture a banda larga. Martini ricorda che, stando a recenti studi, «il livello del Pil pro capite aumenta di circa 3-4 punti percentuali una volta che gli investimenti nelle nuove reti a banda larga sono stati realizzati. Attraverso un percorso condiviso con la Regione stiamo proseguendo nell’infrastrutturazione in fibra: sono già stati realizzati ed attivati una decina di km che collegano diverse sedi e impianti comunali ed una trentina di access point outdoor e altrettanti indoor per il wi-fi cittadino.» Sul fronte spending review il vice sindaco evidenzia come «il digitale può certamente aiutare a tagliare le spese, ma non senza prima aver fatto un investimento in questa direzione sia nel campo delle infrastrutture che - non meno importante - in quello della formazione. Non si può pensare di realizzare una rivoluzione di questo tipo a costo zero - puntualizza - e senza poter contare su risorse umane nuove. Sarebbero necessarie risorse umane che possano farsi portavoce di un approccio corretto ai processi e all'organizzazione del lavoro. Non è solo una questione di strumenti, ma anche e in primo luogo di schemi mentali. Se davvero vogliamo farla questa rivoluzione, non sarebbe da escludere l'ipotesi di prevedere nel blocco delle assunzioni una deroga ai profili digitali.» La rivoluzione in ogni caso dev'essere in primo luogo di tipo culturale. «Gli strumenti a disposizione sono la formazione e la sensibilizzazione culturale: all'interno del comune di Trieste ne abbiamo fatta e ne stiamo facendo molta, nella convinzione profonda che i cambiamenti non avvengono per decreto, ma necessitano di un processo lungo e paziente, che deve cercare di coinvolgere una platea più ampia possibile.»

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