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Cronaca

Elezioni europee illegittime a Trieste: Martin Schulz risponde al Movimento Trieste Libera

18.19 - Il Presidente del Parlamento Europeo «L' Ue agisce sulla base del principio di attribuzione delle competenze suddivise tra le stessa e gli stati membri»

Il Presidente del Parlamento Europeo Martin Schulz dichiara che “non sarebbe appropriato da parte sua commentare la situazione descritta nella Lettera”. E’ questa la prima risposta delle istituzioni Comunitarie alla denuncia del Movimento Trieste Libera sulla illegittimità delle elezioni europee svoltesi nella Zona A del Territorio Libero di Trieste.

La denuncia era stata da me presentata quale Presidente del Movimento trasmettendo le prime trecento dichiarazioni sull’illegittimità delle elezioni europee depositate ai seggi elettorali dai cittadini, ed indirizzata oltre che alla Commissione Europea, allo stesso Presidente del Parlamento Europeo. Alla denuncia veniva allegata la sentenza n. 530/13 del Tribunale Amministrativo Regionale (T.A.R.) del Friuli Venezia Giulia quale prova ulteriore delle gravi violazioni repressive delle autorità italiane nei confronti dei cittadini di Trieste che si appellavano ai loro diritti stabiliti dal Trattato di Pace di Parigi del 1947.

Nella sentenza, infatti, i giudici amministrativi italiani respingendo il ricorso dichiaravano “eversore” il ricorrente (il sottoscritto) per averlo presentato. Secondo i giudici con questo ricorso, sostenuto ad adjuvandum da 56 cittadini, veniva messa a rischio l’unità della Repubblica Italiana, e quindi il ricorrente Roberto Giurastante doveva essere ritenuto perseguibile per i reati di attentato all’unità dello Stato. Nella risposta del Presidente del Parlamento Europeo Schulz si colgono tutte le incertezze di una sempre più insicura Unione Europea. Non essendo possibile infatti dimostrare la sovranità italiana sulla Zona A del Territorio Libero di Trieste il Presidente del Parlamento Europeo preferisce “non intervenire nel merito. Si attende ora la risposta da parte della Commissione Europea.

Nel frattempo la sentenza n. 530/13 del T.A.R., già impugnata davanti alla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo, sta per essere prodotta a livello internazionale quale uno degli atti di accusa principali nei confronti dello Stato italiano per le pesanti violazioni del Trattato di Pace che con questa si vengono a determinare. Violazioni che si estendono, oltre a quelle sui diritti civili negati, allo stesso Porto Franco di Trieste dichiarato sotto sovranità italiana a danno dell’intera comunità internazionale

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