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Sanità

"Emergenza sanità" per la Cgil, Riccardi: "Soliti slogan da campagna elettorale "

Domani previsti presidi del sindacato negli ospedali friulani e all'esterno del consiglio regionale a Trieste

"Difendere e rafforzare la sanità pubblica rappresenta una priorità per il Paese e per il Friuli Venezia Giulia. Purtroppo così non è stato per molti anni e la pandemia ha messo a nudo gli effetti di un declino evidente a tutti. Bisogna invertire questa tendenza". È così che il segretario generale della Cgil Villiam Pezzetta ha annuncito la “Giornata di difesa della sanità pubblica”, prevista dal sindacato per domani, articolata su tutto il territorio regionale. In programma presìdi, a partire dalle 10, davanti al Consiglio regionale a Trieste, dove confluiranno lavoratori e pensionati anche da altre province, e agli ingressi degli ospedali di Pordenone, Udine, Tolmezzo, Gemona, San Daniele, Cividale, Palmanova e Latisana.

Le principali criticità

La mobilitazione della Cgil, per Pezzetta, è anche la risposta alla "totale assenza di confronto" sulla gestione della sanità pubblica in regione. In cima alla lista delle criticità in sindacato indica le carenze di personale: in base agli ultimi dati, datati maggio 2022, il totale degli assunti (20.284) risultava addirittura in calo rispetto al dicembre del 2021. "La difficoltà di assumere – ha affermato Pezzetta – è il frutto di anni e anni di mancata copertura del turnover e di disinvestimento sulla sanità pubblica. Se i dati 2021 parlavano di 345mila giorni di ferie non fruite e 700mila ore di straordinario, è evidente lo stress cui è sottoposto il personale: da qui la fuga di lavoratori, che si somma all’effetto dei pensionamenti. Se continueremo a drenare risorse verso la sanità privata, sostenendo che è l’unica maniera per arginare le liste di attesa, il fenomeno è destinato ad aggravarsi". Altrettanto grave per Pezzetta è anche il quadro dei medici di base: in regione il rapporto medici assistiti è di uno a 1.476, con Pordenone, Trieste e Gorizia già oltre la soglia critica dei 1.500. "Il numero di cittadini senza curante – denuncia il sindacalista – continua a crescere e innalzare la soglia a 1.800 assistiti per medico è solo una foglia di fico, che non servirà a ridurre la pressione sugli ospedali. Se non si cambia rotta, varando un piano di rafforzamento dei servizi territoriali fatto anche di medici, infermieri e operatori, oltre che di muri, la pressione sugli ospedali rischia di diventare insostenibile". Nel mirino della Cgil anche la percentuale di spesa privata accreditata, secondo Pezzetta "raddoppiata negli ultimi anni".

Riccardi

"La percentuale di spesa privata accreditata sul monte totale della spesa del servizio sanitario nazionale è del 17,4 per cento a livello italiano, e in questa regione è dell'8,9 per cento, nelle regioni vicine, a partire dal Veneto, arriva al 15 per cento, dunque davvero non capisco di che deriva per la nostra sanità pubblica si stia parlando". Così si è espresso il vice presidente regionale, Riccardo Riccardi, commentando la mobilitazione della Cgil regionale prevista per domani "a difesa della sanità pubblica". "Se la Cgil vuole continuare con i soliti slogan da campagna elettorale – ha aggiunto Riccardi – vada a verificare con le Regioni governate dal centrosinistra, Toscana, Puglia, Campania, che hanno diversi punti maggiori nel rapporto tra spesa privata accreditata e costo complessivo del servizio sanitario nazionale. Questa presunta deriva della sanità pubblica è una falsità. Dunque, o non si conoscono i dati, e allora si studi, o si sa che la verità è questa secondo tutti i rapporti Oasi del 2022, e allora c'è un problema di malafede".

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