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Emergenza Silos, la Questura replica a Ics: «Accuse senza fondamento e lesive dell'operato e dignità della Polizia»

La Polizia risponde alle critiche del presidente Schiavone che additava i tempi burocratici degli uffici come la causa dei ritardi di riconoscimento dello status ai profughi

«In relazione all’articolo di stampa apparso sull’edizione odierna del quotidiano locale “Il Piccolo”, si precisa che, negli ultimi anni, si è registrato un sensibile aumento del flusso migratorio con proporzionale incremento delle istanze di protezione internazionale avanzate, a cui è corrisposto un’impennata di rilasci di permessi di soggiorno; per questo, negli ultimi anni, il trend dei richiedenti asilo che chiedono l’accoglienza è aumentato esponenzialmente a fronte di organici rimasti invariati».

La Questura di Trieste replica alle critiche ricevuto da Gianfranco Schiavone, presidente Ics, che sul quotidiano affermava che il collo di bottiglia fosse proprio l'ufficio immigrazione «secondo la legge la ricezione della domanda di asilo va fatta in tre giorni, ma la Questura ci mette un mese e mezzo. La notifica e il rilascio dei permessi di soggiorno dovrebbero essere conclusi in venti giorni mentre trascorrono in media cinque mesi».

«Si precisa, inoltre - continua la Questura -, che la delicata congiuntura internazionale richiede un’attenta, scrupolosa e accurata analisi delle singole situazioni, al fine di garantire la sicurezza della collettività unitamente al diritto di chiunque di richiedere asilo. Dai dati del Dipartimento di Pubblica Sicurezza che analizzano la tempistica del rilascio dei permessi di soggiorno, risulta che la Questura di Trieste è ben al di sotto della media nazionale per il rilascio del modello C3 per i richiedenti asilo, mentre per il rilascio del permesso di soggiorno ordinario, è appena al di sopra della media nazionale che si attesta su circa 90 giorni».

«In ogni caso, al richiedente, all’atto della formalizzazione della domanda, viene rilasciato il permesso di soggiorno per richiesta asilo unitamente al codice fiscale che consente di accedere alle cure del sistema sanitario nazionale - aggiunge la nota della Polizia di Stato -. Non trova riscontro la supposta equazione secondo la quale all’interno del silos sono presenti esclusivamente cittadini stranieri richiedenti asilo privi di accoglienza. Ci si rammarica, infine, del fatto che il vertice di un’ente che ha la massima collaborazione istituzionale da organi quali la Questura e la Prefettura possa lanciare simili accuse del tutto prive di fondamento e che sono lesive dell’operato e della dignità del personale di Polizia».  

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