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Cronaca Piazza della Libertà

Emergenza Silos, ordinanza del sindaco: «Sgombero immediato e divieto di accesso»

Emessa da Cosolini l'ordinanza per lo sgombero e il divieto di accesso al Silos. Collaborazione con la proprietà e con le forze dell'ordine e la contestuale richiesta alle autorità e agli altri enti - affinche il provvedimento sia davvero efficace - di trasferimenti più veloci e consistenti

In considerazione delle condizioni precarie e in stato di abbandono (senza acqua, elettricità e servizi igienici e con ingente presenza di rifiuti) in cui versano gli spazi dell'ex Silos di piazza della Libertà, dove tuttavia si sono installate numerose persone di varie nazionalità pur essendo “il sito assolutamente non idoneo ad accogliere persone, neppure temporaneamente” per la mancanza “delle più elementari regole d'igiene, con conseguente grave pregiudizio per l'igiene e la salute degli occupanti” come certificato dall'Azienda Sanitaria; e considerati altresì, oltre ai suddetti pericoli per l'igiene, anche quelli per  la sicurezza e l'incolumità pubblica (anche per l'avvenuta, ripetuta accensione di diversi focolai all'interno dell'immobile, per lo spegnimento dei quali sono dovuti intervenire i Vigili del Fuoco), il Sindaco di Trieste Roberto Cosolini ha emesso oggi, ai sensi di legge, un'Ordinanza di sgombero, divieto di accesso e di utilizzo dell'edificio rivolta “a chi, a qualunque titolo, occupi l'edificio in questione, nonché a chiunque altro vi possa accedere, fatta eccezione per il personale espressamente autorizzato dalla proprietà e per quello incaricato di verifiche tecniche o incaricato di far rispettare la presente ordinanza”.

Con la stessa Ordinanza – che è stata preventivamente comunicata al Prefetto, e quindi trasmessa alla Questura, alle Forze dell'Ordine, al Comando Provinciale dei Vigili del Fuoco e all'A.S.S. n. 1 Triestina, per l'azione di vigilanza sul rispetto del provvedimento – viene anche data disposizione alla proprietà dello storico immobile - la società Silos S.p.A.- di provvedere entro e non oltre 7 giorni dalla notifica del provvedimento alla messa in sicurezza dell'immobile stesso mediante l'asporto dei materiali e dei rifiuti presenti al suo interno onde prevenire il rischio di incendi nonché alla sua recinzione “con modalità idonee a impedire l'accesso di persone non autorizzate” e “ad assicurare idonea vigilanza (anche a mezzo guardie giurate)” e “ad apporre idonea segnaletica di pericolo e di divieto di accesso alle persone non autorizzate”.

E mentre va segnalato che già domani l'Acegas si accorderà con la proprietà del Silos per organizzare le prescritte pulizie, va anche sottolineato che il termine di sette giorni è stato stabilito, anche su indicazione della Prefettura, proprio per far sì che possa venir installata una recinzione adeguata alla piena messa in sicurezza dell'area.

Contestualmente alla firma dell'Ordinanza il Sindaco Cosolini ha ribadito che, affinchè l'odierno provvedimento dia concreti risultati, oltre alla “naturale” collaborazione della proprietà del Silos e delle Forze dell'ordine per quanto concerne il monitoraggio sulla struttura, sia però assolutamente indispensabile “il trasferimento di almeno 200 di queste persone fuori dal territorio comunale, da qui a fine febbraio. Essendo pertanto necessario che anche gli altri territori facciano la loro parte, per poter mantenere la situazione nei limiti della sostenibilità”.

Sull'intera vicenda lo stesso Sindaco Cosolini si inoltre è già espresso con la seguente dichiarazione rivolta alle Autorità e a tutti i cittadini e “riassuntiva” di tutta questa complessa situazione:

Sulla questione dei profughi nel Silos è giusto dare ai cittadini un quadro completo e oggettivo di una situazione certamente difficile e che così si sintetizza:

LA GESTIONE A TRIESTE DELL'EMERGENZA PROFUGHI

- fin dall'inizio dell'emergenza, Trieste, insieme a Gorizia e Udine, è stata interessata da arrivi molto più consistenti, attraverso la cosiddetta rotta balcanica, rispetto alla stragrande maggioranza dei Comuni della Regione e del Paese;

- abbiamo organizzato l'accoglienza nel modo migliore possibile, sollecitando al tempo stesso tempestivi trasferimenti verso altri Comuni;

- in questo modo Trieste è in grado di gestire, in modo sostenibile per tutti, l’accoglienza fino a 700 persone, un numero peraltro molto superiore alla media nazionale e regionale e che quindi deve essere ridotto, riequilibrandolo con le altre realtà.

IL PROBLEMA DEI PROFUGHI IN ECCEDENZA

- la nostra capacità di ospitalità, ottimale fino a 700 persone, è continuamente stressata da numeri ben superiori agli 800;

- per 3 volte, nei mesi scorsi, abbiamo sgomberato il Silos, trovando soluzioni migliori per gli occupanti. Ma continuando a dover affrontare arrivi molto superiori ai trasferimenti, il Silos si è nuovamente riempito: l’impegno, pur apprezzabile, di Prefettura e Regione, non ha prodotto il risultato atteso in termini di trasferimenti.

LO SVUOTAMENTO DEL SILOS

- il 30 dicembre, vista l'emergenza freddo e la sosta delle attività a Chiarbola, ho disposto il trasferimento temporaneo di circa 80 persone dal Silos, vuotandolo, e richiedendo a chi ne ha la competenza un rapido e consistente trasferimento di profughi in altre località;

- questo trasferimento avremmo voluto avvenisse tra il 3 e il 4 gennaio, ma ci è comunque stato garantito per la mattina dell'8, giornata perciò nella quale il Palasport verrà svuotato e restituito alla sua funzione normale;

- viene firmata oggi un’ordinanza per interdire definitivamente il Silos, chiedendo alle forze dell'ordine e alla proprietà del sito di farla rigorosamente rispettare.

UNA SOLUZIONE DEFINITIVA E SOSTENIBILE

È indispensabile, e finora non è successo, che i trasferimenti siano da oggi in poi regolari, tali da compensare gli arrivi sul nostro territorio. Anzi, dovranno essere maggiori, per riportarci sotto il tetto di 700 persone, impegnando altri Comuni a fare la propria parte.

È evidente che se così non fosse, le persone che non troveranno posto in accoglienza cercheranno di forzare il Silos, che è stato per Trieste quello che portici, piazze e giardini sono stati per Udine e Gorizia, come ben sanno i miei colleghi Honsell e Romoli.

Per evitare che ciò si ripeta, da oggi non ci sono alternative e perciò saremo intransigenti nelle nostre richieste: trasferimenti più veloci e consistenti, sforzo ripartito con più equità in Regione e nel Paese.

Abbiamo realizzato un sistema di accoglienza basato sulla dignità delle persone e sul basso impatto per i cittadini, non vogliamo quindi passare per "quelli del Silos”: Trieste e i Triestini non lo meritano per lo sforzo con cui hanno fatto fronte ad una situazione d’emergenza.

Affermo queste cose perché è giusto che i cittadini conoscano tutti gli aspetti della situazione e non certo per rispondere a quattro demagoghi, in permanente agitazione, sempre pronti ad attaccare con slogan e insulti, ma mai capaci di fornire una proposta, un aiuto, un’alternativa.
A Trieste abbiamo scelto di fare il nostro dovere, lavorando sodo per gestire una situazione d’emergenza, cercando di rispettare prima di tutto i diritti dei cittadini e la dignità delle persone.

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