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Cronaca

Esodo, Serracchiani al Magazzino 18: «Un luogo che racchiude la storia di tante famiglie» (FOTO)

Le parole della presidente del Friuli Venezia Giulia Debora Serracchiani dopo aver visitato oggi il Magazzino 18 del Porto Vecchio di Trieste, dove sono raccolti gli oggetti che testimoniano la vita quotidiana degli esuli istriani, fiumani e dalmati

«Queste masserizie, i mobili, le sedie, gli oggetti della vita quotidiana parlano, dicono quelle parole che per troppo tempo non sono state dette e questi silenzi sono particolarmente assordanti». Lo ha detto la presidente del Friuli Venezia Giulia Debora Serracchiani dopo aver visitato oggi il Magazzino 18 del Porto Vecchio di Trieste, dove sono raccolti gli oggetti che testimoniano la vita quotidiana degli esuli istriani, fiumani e dalmati.

Foto, mobili, macchine da cucire, fornelli, materassi, fotografie, giocattoli, libri: tutto racconta i drammi di una storia spezzata. Serracchiani li ha potuto vedere da vicino, accompagnata dal presidente e dal direttore dell'Irci (Istituto regionale per la cultura istriano-fiumano-dalmata) Franco Degrassi e Piero Delbello, insieme con il presidente dell'Unione degli Istriani Massimiliano Lacota.«A pochi giorni dal Giorno del Ricordo - così Serracchiani - l'emozione che ho provato qui nel Magazzino 18 è particolarmente forte».

«È importante che la città di Trieste mantenga questo luogo - ha aggiunto -, lo è per la Regione e per il Paese, per la storia di tante famiglie che hanno perso tutto quello che avevano». Il Magazzino 18, dove si adoperano volontari dell'Irci, contiene qualche decina di migliaia di pezzi. «Se le masserizie venissero distese - ha spiegato Delbello - occuperebbero tutta la piazza dell'Unità d'Italia dal Municipio al mare». Prima di lasciare il Magazzino, assurto alla conoscenza nazionale e internazionale grazie al celebre spettacolo teatrale di Simone Cristicchi, Debora Serracchiani ha vergato un messaggio sul registro dei visitatori: «Davvero emozionante. Grazie della visita e delle parole non dette che qui si sentono, forti, urlate, commosse».

Foto Serracchiani Magazzino 18

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