rotate-mobile
Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca Viale dell' Ippodromo

Ex Fiera: investimento da 70 milioni di euro e la prospettiva di 540 assunzioni (IL PROGETTO)

Una costruzione destinata a ospitare attività commerciali, ma anche di wellness, di ristorazione e artigianali, dotato di numerosi parcheggi e di verde

Un investimento di circa 70 milioni di euro per la rinascita e il riuso di una superficie urbana di 30.000 metri quadrati da destinare a iniziative private ma anche a spazi pubblici, offrendo occupazione a una media di 300 lavoratori di imprese edili del territorio per la durata del cantiere di demolizione e ricostruzione e poi a circa 540 persone assunte in modo permanente nelle diverse attività che si insedieranno nel previsto nuovo centro commerciale; in più nuove aree verdi e di 800 nuovi posti auto, per la maggior parte coperti: questi i dati principali del progetto di massima per la riqualificazione dell'area dell'ex Fiera di Trieste, nel rione di Montebello, presentato ufficialmente in Municipio dagli imprenditori austriaci che, nell'aprile scorso, avevano acquisito il comprensorio dal Comune per l'importo di 12 milioni.

Intervenuti all'incontro, il titolare dell'impresa nuova proprietaria dell'area, la MID Holding GmbH di Klagenfurt, Walter Mosser, con l'amministratore delegato della filiale per l'Italia, la MID Immobiliare S.r.l. con sede a Bolzano, Armin Hamatschek, e, per il Comune di Trieste, il  sindaco Roberto Dipiazza; presenti nel Salotto Azzurro anche il progettista, l'architetto monfalconese Francesco Morena, Andrea Comar titolare della Comar Costruzioni di Staranzano, impresa incaricata di coordinare il complessivo sviluppo e realizzazione dell'opera, il commissario liquidatore della Fiera Gianfranco Nobile – che è stato ringraziato dal primo cittadino per il difficile compito svolto – e il presidente dell'ANCE (l'associazione dei costruttori edili) di Trieste e Pordenone Donato Riccesi.

progetto ex fiera dipiazza-2

Il sindaco Dipiazza ha “inquadrando” e sottolineando ai presenti la grande valenza di un'operazione che «innanzitutto porterà centinaia di posti di lavoro in un momento difficile come questo, vedrà l'arrivo di nuove aziende e attività e quindi di ulteriori investimenti, comporterà il recupero di un così rilevante spazio urbano della nostra città, e quindi la sua rinascita come area nuova e di grande pregio che non mancherà di diventare un importante “attrattore” di persone non solo dal resto della città ma certamente pure di visitatori da fuori Trieste, grazie anche agli ottimi collegamenti stradali disponibili sia verso il centro cittadino che dalla regione e dai Paesi limitrofi tramite le vicine uscite della Grande Viabilità».

Per questa nuova, grande e significativa “impresa” il sindaco non ha mancato di ringraziare a nome dell'intera Città il dottor Mosser e i suoi collaboratori, con un forte benvenuto e augurio di buon lavoro, assicurando – come è già stato in questi mesi di percorso pienamente condiviso, dall'acquisto a oggi – la massima vicinanza e collaborazione del Comune per ogni e quanto più possibile accelerazione delle procedure burocratiche.

Il progetto

L'rchitetto Morena ha illustrato le linee prioritarie di un progetto che – oltre alle caratteristiche già ricordate quanto a superficie generale del sito e a posti di lavoro previsti – comprende un lotto di costruzione di circa 20 mila metri quadrati, dove collocare, dopo le demolizioni, un fabbricato nuovo di 180 mila metri cubi, dei quali 100 mila fuori terra e 80 mila sotterranei, ricavandone un edificio principale di due piani con un terzo piano ridotto, «il tutto – ha spiegato il progettista – con un'altezza, e quindi con un impatto visivo, molto bassi e “morbidi”, grazie anche alla forma dinamica. Inoltre, dotato di contenuti tecnologici di avanguardia e di alta efficienza energetica, con impiego del fotovoltaico e della geotermia nonché di materiali riciclabili ed ecocompatibili. Una costruzione destinata a ospitare attività commerciali, ma anche di wellness, di ristorazione e artigianali, dotato di numerosi parcheggi e di verde, tra cui, sulla sommità, un “giardino pensile” aperto a tutti. Il progetto prevede inoltre una rivisitazione degli accessi stradali e della viabilità interna all'area, anche pedonale e ciclabile, poiché – ha osservato – l'intento che sta alla base è quello di contemperare le esigenze dei privati con la pubblica fruizione di un'area che sarà sempre al servizio della città”. Al termine l'architetto ha fatto cenno anche all'idea di trasformare la limitrofa via Rossetti in un'arteria a doppia corsia e doppio senso di marcia, “ma su questo – ha concluso – è ovvio che l'ultima parola spetterà al Comule».

Ulteriori aspetti, quelli più specificamente 'costruttivi' e operativi, sono stati illustrati infine dal coordinatore della realizzazione del progetto Andrea Comar che ha definito i tempi in 12-15 mesi per la progettazione di dettaglio e l'espletamento dei, tuttavia sempre necessari, passaggi burocratici e normativi interessanti l'area e ulteriori 24 mesi per la realizzazione del nuovo comprensorio; ribadendo l'intendimento di impiegare solo imprese del territorio e precisando che il complesso non verrà solo costruito dalla MID – come in altre situazioni – ma, nel caso triestino, sarà anche poi direttamente gestito dalla società di Mosser. Ed essendo l'iter amministrativo di fatto già partito, le opere materiali potranno iniziare presumibilmente già nel 2018 cominciando con le demolizioni.

L'investitore

La parola quindi a Walter Mosser “socio maggioritario e amministratore” di una holding che – come spiega l'opuscolo illustrativo diffuso – “in circa un trentennio ha sviluppato e realizzato più di 70 immobili a destinazione commerciale e parcheggi in Austria, Repubblica Ceca, Slovacchia, Ungheria, Slovenia e Croazia per un volume di investimenti per oltre 1,2 miliardi di euro". Una vocazione, come si vede, spiccatamente centro-europea, e lo stesso Mosser infatti non ha mancato di sottolineare subito come al momento della decisione di acquistare l'area «ci siamo ricordati della nostra storia comune e del carattere "austro-ungarico" di questa bella città, una delle più belle d'Italia.  E poi, dobbiamo dirlo – ha aggiunto – siamo stati impressionati dalla gentilezza del Sindaco Dipiazza ma anche dalla sua grande concretezza e volontà di darci una mano superando per quanto possibile le lunghezze burocratiche; già da subito – ha detto – dimostrandoci che se l'Italia spesso è lenta, Trieste sa essere veloce!».  Ha evidenziato poi la qualità del progettista Morena «che ha realizzato grandi e pregevoli opere in America, in Asia e a Londra» e anche il ruolo dei tecnici che stanno curando alcuni aspetti specifici del progetto: l'ingegner Novarin per la parte viabilistica e l'ingegner Smoklar per l'aspetto costruttivo-strutturale.

Un "assist", quello sulla speditezza burocratica, subito accolto dal Sindaco che ha prontamente ribadito come «vogliamo dare una mano forte a questi imprenditori che scelgono Trieste, e se una carta sarà ferma per più di 24 ore avvisatemi subito!»; ipotizzando quindi l'uso della Cava Faccanoni per il deposito dei materiali demoliti «come fatto per la realizzazione della parte finale della Grande Viabilità».

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Ex Fiera: investimento da 70 milioni di euro e la prospettiva di 540 assunzioni (IL PROGETTO)

TriestePrima è in caricamento