rotate-mobile
Cronaca

Tuiach da "paladino" della sicurezza a bersaglio della satira

Bersagliato su Facebook il pugile triestino ha contrattaccato chiedendo aiuto agli amici per far chiudere una pagina contro di lui e il profilo dell'ipotetica amministratrice; poi si è scagliato contro un altro utente, incontrato anche davanti la Polizia Postale per fare chiarezza

«Ormai sono un personaggio pubblico, devo stare attento a quello che scrivo su Facebook, perchè se no mi chiudono il profilo e poi devo tutelare la mia famiglia: abbiamo deciso di creare la pagina "Tutti con Fabio Tuiach"». Questo in sintesi il videomessaggio pubblicato dal pugile triestino sul suo profilo Facebook nei giorni scorsi, a termine di alcuni "match virtuali" tra lui e principalmente altri due utenti.

Avevamo già scritto in merito all'apertura e poi la chiusura della pagina "Fabio Turriàc", pagina ironica sul campione triestino che però lo ritraeva in un modo poco congeniale all'originale; così Tuiach, ha chiesto l'aiuto dei suoi amici per segnalare la pagina affinchè venisse chiusa per violazione del regolamento di Facebook. Detto, fatto. Dopo qualche ora, il personaggio inventato Fabio Turriàc non esisteva più.

Ma il pugile ha voluto approfondire la questione e poco dopo ha pubblicato la foto di una ragazza, citandola con nome e cognome e apostrofandola in modo poco elegante, che secondo lui sarebbe stata l'amministratrice della pagina satirica: 100 commenti, di cui alcuni volgari e offensivi, e 200 "mi piace" che hanno scatenato le segnalazioni degli amici di Tuiach al social network affinchè il profilo di F.M.F. venisse chiuso. Detto, fatto. La ragazza perde la possibilità di utilizzare il suo account per circa un giorno, salvo poi riottenerlo e dichiarare: «Sono colpevole di aver commentato e condiviso i post della pagina "Fabio Turriac" e qualcuno ha insufflato il sospetto che ne fossi io la creatrice, da lì il blocco account e la mia foto pubblicata con tanto di intro dove lo stesso afferma di essere oggetto di desiderio da parte mia. Ovviamente questo cosa darà il là ad un infinito flame di commenti sessisti, volgari, verranno prese foto dal mio profilo, mi minacceranno, senza che io potessi né replicare né vedere questo linciaggio gratuito e basato su un sospetto. Comunque continua il flame su di me, sul profilo dell'uomo retto. Io lo guardo mentre si sta seppellendo la sua figura dio/patria/famiglia da solo».

Nel frattempo però un altro "match" ha visto coinvolto il pugile triestino, salito agli onori e oneri della cronaca dopo i suoi interventi e proclami sulla sicurezza pubblica della città: Tuiach ha chiamato in causa un altro utente Facebook A.R., secondo lui complice o comunque coinvolto nella creazione della pagina satirica. Anche qui c'è uno scambio di post al vetriolo tra i due che culmina con un appuntamento negli uffici della Polizia Postale presso la Posta Centrale: «Ci incontriamo alle 9, io, Federico che si è gentilmente offerto di accompagnarmi, Fabio Tuiach e sua moglie - scrive A.R. -. Andiamo alla Polizia Postale e parliamo con il funzionario. Secondo Fabio e la moglie ci sarei io dietro alle pagine che lo riguardano e la prova per loro è che "qualcuno ha fatto il mio nome". Mostro al funzionario tutti gli elementi che dimostrano il contrario, mettendomi a disposizione per qualunque ulteriore controllo sull'IP e quant'altro. Ovviamente il funzionario trae le logiche conclusioni dicendo alla coppia che si stanno sbagliando, a maggior ragione considerando la mia piena collaborazione. A questo punto approfitto della presenza di terzi imparziali e dico a Fabio che per me si può chiudere tutto qui se va a casa cancella i suoi status di ieri contro di me e mi chiede pubblicamente scusa. Risponde di no. Lascio a voi ogni giudizio, dico solo che da quello che ho sentito stamattina per loro è perfettamente normale accusare pubblicamente con nomi cognomi e foto e sottoporre a una gogna mediatica con insulti e minacce da parte di altri utenti qualcuno che loro hanno già giudicato colpevole così, senza nessuna prova. Fate un po' voi... A questo punto con calma post-ferragosto sentirò un avvocato e capirò se ci sono gli elementi per querelarlo e poi deciderò. A me bastavano delle scuse pubbliche».

Dopo questo secondo "match", il profilo di Fabio Tuiach è stato bloccato da Facebook, non per motivi di cui sopra, ma perché qualcuno (forse amici dei coinvolti o nuovi "nemici") ha segnalato un commento del pugile che vedeva la bandiera arcobaleno con un sedere maschile sopra. Così è nata la pagina "Tutti con Fabio Tuiach", diventata poi quella ufficiale del pugile, sulla quale continuerà a pubblicare le sue opinioni e sponsorizzare iniziative «per la sicurezza della città». Ma non finisce qui, infatti è di ieri l'apertura di una nuova pagina satirica ispirata a Tuiach: "Flavio Turriàk". Insomma, da "paladino" della sicurezza pubblica, il triestino è diventato - il prezzo della "celebrità" - bersaglio della satira dei suoi stessi concittadini che vuole tutelare.

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Tuiach da "paladino" della sicurezza a bersaglio della satira

TriestePrima è in caricamento