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Cronaca

FameLab 2016, trionfo del triestino Lorenzo Pizzuti

È un dottorando dell'Università di Trieste associato INAF il miglior comunicatore scientifico italiano, vincitore dell'edizione 2016 del talent show della comunicazione scientifica FameLab

C'è Trieste quest'anno sul gradino più alto del podio di FameLab Italia, grazie all'astrofisico Lorenzo Pizzuti, che ha vinto l'edizione 2016 del talent show della comunicazione scientifica. Si è svolta infatti il 4 maggio a Roma, presso l'ASI-Agenzia Spaziale Italiana, la finale nazionale di questa competizione internazionale che sfida i giovani ricercatori scientifici con il talento della comunicazione a raccontare in soli 3 minuti il proprio oggetto di studi o un argomento scientifico che li appassiona.

Lorenzo ha avuto accesso alla gara di Roma dopo aver superato nel febbraio scorso la prima fase della gara a Trieste, una delle sette città in cui si sono svolte le selezioni locali, organizzata da Science Centre Immaginario Scientifico, Comune di Trieste, Università degli Studi di Trieste e SISSA.

Ventitreenne dottorando dell’Università di Trieste lavora presso l’Osservatorio Astronomico di Trieste, è nato a Terni e fin da bambino è affascinato dai misteri dell’Universo, dai segreti della sua natura e del suo futuro. Studia le galassie per imparare e scoprire cose nuove sulla gravità e accanto alla sua carriera scientifica coltiva quella artistica come pianista e concertista. Proprio grazie alla combinazione di queste due passioni per la scienza e la musica ha cominciato a coltivare l’interesse a parlare di scienza in pubblico. FameLab è stata la prima occasione vissuta col piacere di condividere passione e conoscenza scientifica, una piacere che Lorenzo considera anche un “dovere” verso le generazioni future. “Cercate di appassionarvi a qualcosa e di farlo per il resto della vostra vita con più passione che potete, con più gioia e felicità che potete, anche nel trasmetterlo agli altri”: con queste parole ha commentato la sua vittoria davanti agli oltre 400 studenti che affollavano l'Auditorium dell'ASI, esprimendo in poche parole quello che è lo spirito di FameLab.

La sua presentazione in occasione della gara nazionale era incentrata sui misteriosi e affascinanti buchi neri. Nell'anno in cui ricorrono i 400 anni dalla morte di Shakespeare, Lorenzo ha avuto l'ingegno di parlare di un tale argomento utilizzando un linguaggio e una mimica che rimandavano chiaramente al poeta e drammaturgo inglese, paragonando una coppia di particelle a giovani amanti e spiegando i loro movimenti come fossero tragiche vicende amorose. Non a caso la giuria – composta Silvia Bonaccorsi biologa dell’Università La Sapienza di Roma, Barbara Negri astrofisica dell’Agenzia Spaziale Italiana, Giovanni Spataro giornalista de Le Scienze e per la prima volta nella storia di FameLab Italia uno studente scelto tra quelli presenti in sala – ha ritenuto che, oltre ad avere notevole padronanza della materia, Pizzuti avesse anche una grande capacità di trasmettere i concetti in modo chiaro ed empatico.

Premiato da Anna Sirica, direttore generale dell'ASI, Lorenzo affronterà ora gli altri concorrenti provenienti da ogni parte del mondo nella finale di FameLab International, in programma in giugno a Cheltenham in Gran Bretagna, nell’ambito del Cheltenham Science Festival.

FameLab è stato ideato nel 2005 da Cheltenham Festival e promosso a livello mondiale da British Council, tanto che ora si svolge in ben 27 paesi. Dal 2012 FameLab si svolge anche Italia, organizzato da Psiquadro-Perugia Science Fest e British Council Italia, con oltre 40 istituzioni che curano le selezioni locali e la gara nazionale.

Alla gara nazionale del 4 maggio hanno partecipato 14 concorrenti, provenienti dalle selezioni locali di Ancona, L’Aquila, Napoli, Padova, Perugia, Torino e Trieste. È stato un vero e proprio spettacolo di scienza, con presentazioni di altissimo livello e con inframezzi coinvolgenti, come la “Fisica sognante” di Federico Benuzzi, docente di matematica e fisica, attore diplomato e giocoliere professionista. A riprova che la scienza è tutt'altro che noiosa e distante, ma può essere sorprendente, appassionante e accessibile, se raccontata con il cuore.

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