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Giovedì, 18 Aprile 2024
La storia / Barcola - Gretta / Viale Miramare

Il grande cuore di Trieste: catena di solidarietà salva il viaggio di una famiglia ucraina

Una giovane mamma e due bambine fuggono dalla guerra e passano per Trieste, dirette in Germania. La loro auto si guasta e rischiano di dormire in auto per due notti. Un triestino di passaggio le aiuta, e la stessa solidarietà arriva da locali, alberghi e officine. Storia di una Trieste "buona", che tende la mano ai bisognosi

Una famiglia ucraina in fuga dalla guerra, un guasto all’auto, un cittadino gentile e una Trieste che si dimostra ospitale e generosa come non mai. Dagli albergatori ai baristi fino al personale dell’officina, una catena di solidarietà ha accompagnato la giovane mamma e le due bambine a un rifugio sicuro, colmandole di gratitudine per una città sconosciuta che ora, sicuramente, porteranno sempre nel cuore. 

Com'è andata

Una storia che commuove e rende onore alla città, una vicenda che ha inizio a Barcola lo scorso sabato 11 giugno. Sono le sei del pomeriggio, i bagnanti del weekend tornano in centro incolonnati in viale Miramare lungo una coda sonnolenta e tra questi, in sella alla sua Vespa, c'è Stefano, il triestino che ha raccontato la storia sui social e a Trieste Prima: “Rientrando dalla Costiera – spiega - vedo un’auto ferma con il cofano aperto e due bambine che si sporgono dai finestrini sventolando dei cartelli con scritto ‘help’. Parcheggio e vado da loro per dare una mano. Trovo una mamma sola con due bambine, e vedo subito la targa, è ucraina. Non parlano altro che russo, solo qualche parola di inglese, ma piano piano ci capiamo: stavano andando in Germania, si sono fermate sul lungomare e la batteria dell'auto è morta”.

La generosità dei triestini

A questo punto Stefano chiede aiuto al personale del Pane Quotidiano. Il responsabile e un dipendente, nonostante il caos del sabato pomeriggio, cercano di far ripartire l’auto, ma il problema si rivela più complicato del previsto e la buona volontà dei ristoratori non dà i frutti sperati. Servirà quindi un carro attrezzi, spiega Stefano a Oksana, la giovane madre che lavorava a Kiev come agente immobiliare e, probabilmente, ha visto scenari ben peggiori di questo negli ultimi mesi. La donna annuisce quindi con calma, senza scomporsi per l’avversa casualità e non manca di ringraziare chi sta cercando di aiutarla, il quale decide di chiamare la prima carrozzeria disponibile su internet: la Fratelli Orlandi in via delle Campanelle.

"Possiamo dormire in auto"

Al telefono risponde Walter, che di buon grado si offre di intervenire subito offrendo una tariffa irrisoria, ma spiega che fino a lunedì nessun meccanico potrà riparare il mezzo. Oksana capisce il problema e, con tranquillità, dice che lei e le bimbe non avranno problemi a dormire in auto fino a lunedì. Per Stefano, questa non è un’opzione, anche perché i finestrini dell’auto sono rimasti aperti e non si chiudono, ma la sua casa “non è in grado di garantire alla famiglia la giusta intimità”. Inizia a contattare le strutture ricettive della città e, oltre che ospitale e disponibile, Trieste si rivela anche gremita di turisti perché la maggior parte delle strutture risulta sold out. Non così per Hotello Trieste in via Valdirivo che offre anche, oltre a un servizio impeccabile, uno sconto del 50 per cento ai profughi ucraini.

A questo punto Stefano può tornare a casa, lasciare la Vespa, prendere l’auto e tornare a Barcola per prelevare le ragazze e portarle in albergo. “Solo a quel punto – racconta - realizzo che per tutto il tempo Oksana non ha mai perso il sorriso, la calma, la fiducia, è stata un vero simbolo di serenità e pacatezza. Le spiego che nei suoi panni sarei stato nervosissimo e che invidio il suo carattere. La sera mi scrive per telefono la sua gratitudine e le sue parole riescono a farmi sentire meglio in un periodo di forti alti e bassi. Il giorno dopo, quando posso, con gioia le raggiungo al mare”.

Il lieto fine

Lunedì mattina i quattro ritirano l’auto all’Officina Renzo di Via Matteotti, che nonostante la mole di lavoro riesce a consegnare l’auto in tempo, chiedendo solo il costo della batteria e nulla più. Ora Oksana ha raggiunto la sua destinazione e si trova in Germania, dove ha trovato ospitalità, ma non ha mancato di ringraziare Stefano e i triestini tutti in un post: “Ci sono spesso ostacoli nella mia vita e li accetto a cuor leggero. Perché grazie a situazioni così difficili, incontro persone cordiali e gentili. Ringrazio tutti dal profondo del cuore”.

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