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Cronaca Piazza Giuseppe Garibaldi

Storie di quartiere: Felix sfida il degrado di piazza Garibaldi e scommette sulla sua rinascita

Il locale di piazza Garibaldi 8/b punta su caffè e gelati, creando un'offerta che possa attirare anche le famiglie. Il titolare, che è anche il fondatore della Comunità Rumena: "Non diventerà via San Nicolò ma spero che il nostro arrivo possa dare un segnale di integrazione"

Piazza Garibaldi è sempre stata la piazza del mercatino del venerdì, il luogo di incontro delle lingue dell'est, de “I fiori de Berto” e del chiosco chiavi del signor Antonio. Ma è anche stata più volte, tra risse e interventi della Polizia, la piazza della cronaca triestina. Come un'isola che anticipa viale d'Annunzio e che guarda il mare con gli occhi della Madonnina d'oro, è attorniata da negozi e piccoli locali i cui tavoli invandono la piazza portando con sé accenti e lingue diverse.

Prima siamo noi a dare forma agli edifici, poi sono questi a dare forma a noi, diceva Churchill. Chi quindi crede che i luoghi siano come le persone e che essi mostrino le loro diverse personalità a seconda di chi li frequenta, ha il potere di modellarli. Ed è quello che ha fatto il falegname e imprenditore rumeno, nonché fondatore della Comunità rumena, Felix con l'omonimo bar. “Felix” è infatti un locale della zona (piazza Garibaldi 8/b) completamente rinnovato che ha voluto basare la sua offerta su caffè, gelati e aperitivi. L'idea è quella di attirare meno bevitori accaniti e più famiglie che possano quindi riqualificare l'area.

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Il bar

Il bar, completamente ammodernato dalle mani esperte dello stesso Felix, è stato inaugurato all'inizio di giugno con l'obiettivo di cambiare la tipologia dei clienti. Come per molti altri imprenditori, è stata un'apertura sofferta, considerate le difficoltà riscontrate dalle aziende a causa della pandemia. “Fare impresa è stato come costruire una chiesa all'inferno - ha evidenziato Felix – Spero che la politica in questo senso possa fare qualcosa e che vada oltre gli slogan. Le imprese sono l'anima del Paese perchè danno opportunità”.

“Questa zona è sempre stata malfamata e il nostro arrivo vuole dare un segnale di integrazione, affichè il nostro ruolo possa essere un ponte tra la cultura balcanica e quello che è il vissuto dei triestini. Spero che con il tempo ci sia un cambiamento. Certo, non diventerà mai via San Nicolò, ma mi auguro che anche chi frequenta e fa vivere questa piazza aspiri ad una crescita non solo economica, ma anche professionale e culturale. Purtroppo negli ultimi anni ho notato che le persone hanno sì capito di avere dei diritti, ma si sono dimenticati che ci sono anche i doveri”.

Il locale è stato accolto con molto entusiasmo proprio perchè nelle vicinanze mancava una gelateria. “Prima l'offerta era birra o birra- ha aggiunto accennando un sorriso -. Abbiamo quindi individuato qualcosa che potesse funzionare e che, allo stesso tempo, mi rappresentasse: sono un buongustaio, ma non bevo tanto”

Il mini market

Oltre al bar, Felix ha in gestione il mini market adiacente. Se per qualcuno è solamente un normale supermercato, per molti è casa: “Abbiamo prodotti che prevalentemente arrivano dall'Est Europa (Romania e Ucraina) e che, in realtà, vanno bene anche per bulgari e serbi, dato che ci sono diverse somiglianze. Queste realtà sono sì attività commerciali, ma hanno anche un ruolo sociale: alleviano per qualche minuto la nostalgia di casa, un po' come succede agli italiani all'estero quando trovano qualcosa che possa riportarli anche per poco nella loro terra”. Il cibo però ha anche la capacità di attirare anche culture diverse: “Abbiamo diversi clienti locali: c'è chi ha mangiato questi cibi all'estero o chi li ha assaggiati perchè magari ha una domestica rumena”.Felix_Giovanni Aiello_01 (7)-2

Per il futuro gli obiettivi sono legati all'incrocio tra le due culture con eventi studiati ad hoc, come aperitivi con assaggi dalla cucina balcanica. Al momento c'è un grande desiderio di rinascita e un grande amore per la città.

Felix bar e mini market in piazza Garibaldi - Foto di Giovanni Aiello

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