“Ferma così - Trieste, ritratti femminili”, teatro e arte al museo Revoltella
La donna è il soggetto più rappresentato nella storia dell'arte. Muse ispiratrici, immagini simboliche, persone amate: musei e gallerie sono pieni di ritratti femminili. Nella collezione del Museo Revoltella al quinto piano sono raggruppati molti artisti attivi a Trieste nei primi decenni del Novecento. Una sala in particolare raccoglie una bella carrellata di ritratti femminili dipinti da nomi come Bruno Croatto, Marcello Dudovich, Piero Marussig, Edmondo Passauro, Carlo Sbisà, Dyalma Stultus. Alcuni quadri sono frutto di una committenza, altri di pura ispirazione, da alcuni trapelano le suggestioni della psicanalisi, in altri sono evidenti le influenze della pubblicità. Ma cosa c'è dietro a questo mondo borghese e agli studi dei pittori? Quali storie raccontano i quadri realizzati cent'anni fa? Amore, potere, moda, mistero, ironia tra le tele appese alle pareti.
Dice Corrado Premuda, autore del testo: “Se la maggior parte delle donne ritratte è senza nome, di alcune invece conosciamo l'identità perché sono state a loro volta artiste e protagoniste della Trieste di inizio Novecento: Marion e Wanda Wulz, Felicita Frai, Delia Benco, per esempio. Il testo vuole indagare le figure femminili come oggetto dei quadri ma anche come soggetto attivo della vita e della società della nostra città.”
L'attrice Sara Alzetta è già stata l'interprete di “Guardiana dei sogni. Variazioni su Leonor Fini” scritto da Premuda e andato in scena negli anni scorsi al Museo Revoltella per la rassegna “Storie nell'arte”.