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Giovedì, 25 Aprile 2024
Momento storico / Chiarbola - Servola - Valmaura / Via di Servola

Ferriera: la demolizione finale tra fuochi, musica e polemiche

Gli ultimi cinque manufatti sono caduti sotto le cariche esplosive, ora inizia la riconversione green. Soddisfazione dalle autorità e dal costruttore della piattaforma logistica. Critiche social sui fuochi pirotecnici, Petrucco: "Non festeggiamo la demolizione ma l'inizio del nuovo sviluppo economico". Nell'articolo la gallery di Giovanni Aiello

L’area a caldo della Ferriera di Servola non esiste più. Quattro grandi edifici e una ciminiera, ultimi grandi ‘reperti’ di un’era durata 120 anni, sono stati abbattuti stasera. Sono caduti sotto la forza di 300 chili di dinamite, 500 esploditori e 500 metri di miccia, che hanno permesso di farli crollare, in sicurezza, come alberi recisi alla base. Luoghi simbolo di battaglie sindacali, proteste contro l’inquinamento e in difesa della salute pubblica, estenuanti contrattazioni tra istituzioni e privati, ma anche fonte di reddito per generazioni di operai e parte, nel bene e nel male, dello sviluppo economico di Trieste. Un grande ricevimento, alla presenza delle autorità locali e nazionali, è stato allestito per celebrare il momento storico, con tanto di spettacolo pirotecnico finale. Un risultato raggiunto a soli due anni dalla firma dell’accordo di programma, nel 2020.

Il VIDEO della demolizione

 “La demolizione con esplosivo più grande tra quelle fatte in Italia quest’anno” ha dichiarato l’ingegner Vittorio Petrucco, presidente di Icop e costruttore della Piattaforma logistica, che ha commentato le aspre critiche sui social allo spettacolo pirotecnico: “c’è chi ha espresso disappunto per il festeggiamento della demolizione della Ferriera – ha spiegato Petrucco -. Non è quello che si voleva, volevamo raccontare il momento in cui la città entra nella nuova fase del suo sviluppo economico e industriale”. 

“Due anni fa – ha sintetizzato l’ingegnere - , con la firma dell’accordo di programma lo Stato, la Regione, i Comuni , l’Autorità Portuale e due società private hanno disegnato i contorni della nuova Servola. E’ stato completato il processo di sdemanializzazione delle aree, sono stati avviati i lavori di demolizione, completati i progetti per la messa in sicurezza permanente, per la nuova stazione di Servola e la nuova viabilità che toglierà il traffico pesante da via Svevo e per i nuovi insediamenti a emissioni zero del Molo VIII e del nuovo laminatoio. Così continuerà il percorso di sviluppo di quest’area iniziato 125 anni fa con la Ferriera, tenendo però insieme lavoro, sostenibilità, rispetto per l’ambiente e per il territorio”.

Il Presidente dell’Autorità portuale Zeno d’Agostino ha poi spiegato l’importanza della riconversione della Ferriera per lo sviluppo del porto: “nella nostra visione del Porto si sviluppa la logistica e c’è integrazione con ferrovia e intermodalità. Non esistono altri porti che hanno capacità di trasferimento su ferro di questa portata a livello europeo e forse mondiale, quindi con l’apporto del Pnrr e grazie a quello che succederà stasera aumenteremo la capacità del porto di trasferire su treno merci. Il porto cresce, in maniera sostenibile e senza creare disagi”.

Così il sindaco Dipiazza: “Sono stati 20 anni di battaglie, ormai lo stabilimento era fuori da ogni logica, sicuramente ha creato lavoro ma molte persone hanno sviluppato problemi oncologici. Sono soddisfatto del risultato che abbiamo raggiunto, ora quest’area darà sfogo alla città”.

E’ poi intervenuto l’assessore regionale all’ambiente Fabio Scoccimarro, ricordando che “all’inizio Arvedi non voleva riconvertire ma insieme al presidente Fedriga abbiamo avviato non un conflitto ma un confronto, e abbiamo fatto capire che questa scelta conveniva anche a loro. Poi, quando è stato nominato ministro l’amico Patuanelli, il percorso è stato ancora più veloce”. 

Il Governatore Fedriga ha poi parlato di una “riconversione che creerà centinaia di posti di lavoro. Ora ci guardano da tutta l’Europa con estrema attenzione, ci sono in ballo finanziamenti tedeschi e austriaci”, e ha annunciato che “una settimana fa è stato siglato un protocollo che vede il FVG come piattaforma logistica con la Lituania. Di questi tempi, con l’aggressione della Russia all’Ucraina, se il Fvg diventa punto di riferimento di un paese così lontano per la parte commerciale dei trasferimenti, siamo davanti a una grande opportunità non per il Fvg ma per l’Italia”.

Il ministro Patuanelli ha poi rimarcato l’importanza dell’interlocuzione tra istituzioni e ha ricordato che “questa città ha avuto il finanziamento diretto dal Pnnr pro capite più alto d’Italia. Il Governo centrale crede in questa città, perché ha dimostrato di avere istituzioni in grado di creare capacità di attrarre investimenti”.

Dopo gli interventi la tanto attesa demolizione: Patuanelli e Fedriga hanno schiacciato il fatidico pulsante e i manufatti sono crollati sotto gli occhi di tutti, tra fuochi colorati e colonna sonora di Sergio Leone. La vera sfida, tuttavia, inizia adesso, al diradarsi del fumo, con una riconversione che dovrà essere portata a termine entro il 2026, come da disposizioni del Pnrr.

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